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Usa in pressing per una tregua ma Netanyahu insiste: “operazione  a Rafah si farà, esiste una data”

L’operazione di terra a Rafah si farà ed  “esiste una data” per l’ingresso delle truppe delle Forze di difesa israeliane nella città meridionale della Striscia di Gaza

Lo ha detto il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu,  aggiungendo che“Stiamo lavorando continuamente per raggiungere i nostri obiettivi. Innanzitutto, liberando tutti i nostri ostaggi e ottenendo la vittoria totale su Hamas“. Il ritiro di domenica delle truppe dal Sud di Gaza non è l’avvio di una tregua. Non solo non c’è stato lo stop alle armi per l’inizio del Ramadan, ma un mese dopo, alla vigilia della festa dell’Eid al-Fitr, che tra oggi e mercoledì metterà fine al periodo di digiuno per il mondo musulmano, Tel Aviv non intende fermarsi.

Ma nonostante il messaggio del premier israeliano, c’è ottimismo sui media israeliani e arabi per l’ultimo colloquio al Cairo tra i negoziatori chiamati a trovare un punto comune per mettere fine, almeno temporaneamente, alla guerra a Gaza e riportare a casa gli ostaggi israeliani in mano ad Hamas.

Si lavora sulla proposta americana, che prevede sei settimane di tregua in cambio del rilascio di 40 ostaggi, con un parziale ritorno di sfollati palestinesi nella parte nord della Striscia, che secondo fonti egiziane citate dai media qatarini, è fattibile. Mentre nell’immediato il capo della Cia William Burns ha chiesto di fermare i combattimenti in tutte le forme durante la festa di Eid al-Fitr, che dura tre giorni a partire da martedì sera e chiude il Ramadan, riferisce l’emittente saudita ‘Al-Sharq’. Durante la pausa per l’Eid, i negoziati in corso al Cairo tra le parti dovrebbero continuare.