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Usa intima a Iran di bloccare vendita di droni alla Russia. Regno Unito: “Mosca ha iniziato a produrre e usare i suoi”

Gli Stati Uniti stanno facendo pressioni sull’Iran perché blocchi la vendita di droni che la Russia usa nella guerra in Ucraina, ma gli inglesi sono certi che Mosca ha già iniziato a produrre ed usare i suoi droni kamikaze

Washington nell’ambito delle discussioni in corso su una più ampia “intesa non scritta” con Teheran. per allentare le tensioni e contenere la crisi sul nucleare, intima all’Iran di non vendere i suoi droni a Mosca. Lo scrive il Financial Times, secondo cui l’amministrazione Biden ha sollevato la questione con l’Iran nel corso di colloqui indiretti in Qatar e Oman nei mesi scorsi.

Teheran, secondo quanto affermato da un suo funzionario,  ha ripetutamente chiesto a Mosca di smettere di impiegare i suoi droni nel conflitto, ma a Washington non basta e chiede “passi più concreti” ed in cambio si asterrebbe, sempre secondo quanto  ha detto il funzionario iraniano, dall’imporre nuove sanzioni in alcuni settori, ad eccezione di quelle riguardanti i diritti umani, e non controllerebbe rigorosamente le sanzioni già in vigore sulle vendite di petrolio.

Ma gli 007 inglesi nell’aggiornamento della guerra in Ucraina, avvertono gli americani: “La Russia ha iniziato a dispiegare droni kamikaze prodotti internamente sulla base dei modelli degli Shahed iraniani”. L’intelligence britannica aggiunge che le forze russe importano sistemi prodotti dagli iraniani dal settembre dell’anno scorso. La produzione interna dei droni kamikaze da usare nel conflitto “permetterà probabilmente alla Russia di avere una fornitura più affidabile di droni”, la cui performance “è stata variabile – sottolineano i servizi britannici – con l’Ucraina ha mostrato efficacia nel neutralizzare la maggior parte degli aerei senza pilota” inviati sul proprio territorio.

La Russia, concludono gli 007 inglesi, per quanto riguarda la produzione di droni, “mira ad essere autosufficiente nei prossimi mesi” ma al momento deve continuare ad affidarsi “a componenti ed armi in arrivo dall’Iran, trasferiti principalmente attraverso il mar Caspio”.