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Wimbledon in una finale-maratona Alcaraz batte Djokovic in 5 set e prende posto tre le stelle del tennis mondiale

Al termine di una finale incerta, combattuta e spettacolare, Carlos Alcaraz batte Novak Djokovic (n.2) in 5 set, con il punteggio di 1-6, 7-6, 6-1, 3-6, 6-4 in 4h42′ di gioco

Il numero 1 del mondo, Alcaraz, alla terza partecipazione al torneo di Wimbledon lo ha vinto per la prima volta in carriera:”Il sogno è diventato realtà”. esulta dopo un trionfo arrivato al termine di una lunga e combattuta e riceve i complimenti a Novak.

 Alcaraz è il terzo spagnolo ad aggiudicarsi i Championships, dopo Manuel Santana (1966) e Rafa Nadal (2008, 2010); il quinto in totale (Conchita Martinez e Garbine Muguruza). “Prima di quest’anno avevo disputato solo quattro tornei sull’erba, ma devo ammettere di essermi innamorato di questa superficie. Ed è un vero onore aver vinto davanti a re Felipe (presente nel royal box, ndr). Deve seguirmi più spesso…”.

Il 20enne spagnolo è un campione per tutte le superfici, ha vinto anche sull’erba, quella che è la 12esima partita consecutiva (alla vigilia di Wimbledon, si era imposto al Queen’s). E già capace lo scorso anno, grazie alla vittoria agli US Open, di diventare il più giovane n.1 al mondo di sempre. Posizione che oggi – conquistando il torneo londinese, all’età di 20 anni e 72 giorni, il terzo più giovane vincitore dei Campionships nell’era Open (dietro solo a mostri sacri come Boris Becker e Bjorn Borg) – ha meritatamente consolidato.

“È un sogno che si avvera, non mi sarei mai aspettato di arrivare a questi livelli sull’erba così presto – le parole di Alcaraz -. Anche se oggi avessi perso, sarei stato comunque orgoglioso di me. Perché ero già contento di poter disputare una finale così importante”. Che implicava inevitabili risvolti generazionali, considerati i 15 anni e 348 giorni di differenza tra i giocatori. Protagonisti dell’epilogo più atteso all’All England Club, i primi due favoriti, opposti in un match che non ha deluso le attese di un pubblico, schierato nettamente dalla parte dello spagnolo di El Palmar (Murcia). “Ma Novak resta una leggenda del nostro sport, mi ha ispirato ad iniziare a giocare, quando ero ancora bambino vedevo i suoi match in tv”.

La partita non inizia bene, il primo set lo perde malamente, poi liberatosi della tensione per la sua prima finale sui prati londinesi, Alcaraz lotta e vince la seconda partita, e di slancio conquista anche il terzo set. “Nel primo set non mi sono demoralizzato, ma ho solo pensato a come potevo alzare il mio livello”, ha raccontato Alcaraz. Un suo passaggio a vuoto nel quarto set viene punito dal sussulto d’orgoglio di Djokovic che trascina il match al quinto set. Dove però è la maggior freschezza e lucidità dello spagnolo a prevalere. (16 76(6) 61 36 64 in 4 ore e 42 minuti).

Una vittoria legittimata dalle statistiche che indicano lo spagnolo davanti per punti sia con la prima di servizio che a rete, ma soprattutto per numero di vincenti, più del doppio (66 a 32) rispetto a quelli del serbo. Sportivo a fine match nel riconoscere la superiorità dell’avversario: “Pensavo che avrei avuto problemi con Carlos sul cemento e la terra rossa, ma dopo oggi la storia è diversa. È difficile digerire una sconfitta così, ma se penso che in passato ho vinto finali simili che forse avrei dovuto perdere, resto comunque in credito con la sorte”.