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41enne muore d’infarto. Arrivato con il 118, lo lasciano in attesa perché volevano i documenti per registrarlo


Gaetano Adelfio, di 41 anni, è arrivato in ospedale a bordo di un ambulanza del 118, con un evidente infarto in corso, ma lo lasciano svenuto per circa quindici minuti, mentre gli infermieri gli chiedono un documento per registrarlo.

È successo al Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo. I familiari si erano subito accorti che l’uomo aveva un infarto in corso, Santino Adelfio, operaio del porto di Palermo, descrive così gli ultimi drammatici momenti di vita del figlio: “Era chiaro che Gaetano aveva un infarto. Io l’ho detto alla sala operativa del 118. Ho detto di farmi trovare tutto pronto per farlo visitare subito”.

Gabriele Raffadale operatore del 118, conferma la ricostruzione del padre: “ Da Casteldaccia lo abbiamo portato al Policlinico. Qui non abbiamo trovato nessuno ad aspettarci, Gaetano è rimasto in una sedia a rotelle per 15 minuti. Mentre eravamo in attesa Gaetano si è messo in piedi e mi ha detto ‘Cucì sto morendo’ e si è addormentato. Ma Gaetano non si è più risvegliato. Il medico lo ha visitato quando lui era ormai spacciato”.

Il racconto dell’operatore del 118, è confermato dalle immagini del sistema di videosorveglianza del pronto soccorso.

I commenti del padre della vittima sono strazianti: “Noi in famiglia abbiamo fatto tutto per salvarlo, ma abbiamo assistito alla morte di Gaetano, così, mentre si perdevano minuti preziosi. Io mi auguro che Dio mi dia la forza di superare questo e che le indagini stabiliscano che non c’era nulla da fare per salvare mio figlio. La rabbia in questo momento è tantissima”.

I genitori di Gaetano Adelfio hanno sporto denuncia e la Procura di Palermo ha aperto un’inchiesta sulla morte dell’uomo. Sono stati sentiti dalla polizia, i parenti, gli amici e anche un operatore del 118, che ha portato Gaetano insieme alla moglie al pronto soccorso.

Le indagini sono coordinate dal pm Bruno Brucoli, che ha già emesso tre avvisi di garanzia per omicidio colposo, nei confronti del medico Giuseppe Calvaruso, difeso dall’avvocato Giuseppe Inzerillo e degli infermieri Ezio Lipari, difeso dall’avvocato Francesco Galati, e Maria Angela Barbara Castagna, difesa dall’avvocato Walter Castellana.

Il pm inoltre, per fare luce sulle reali responsabilità, ha nominato il consulente di parte per eseguire l’autopsia e stabilire le cause della morte. I familiari sono difesi dall’avvocato Fausto Maria Amato.