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Arresto Messina Denaro, Baiardo su LA7: ” Si è lasciato prendere, non ne ha per molto”

“Le mie non erano profezie, queste sono cose delicate. I giornalisti dicevano che correva voce sulla malattia di Messina Denaro, ma perché allora non l’ha scritto nessuno? La fonte non posso rivelarla, non in tv”

Salvatore Baiardo ritorna a “Non è l’Arena” nel programma condotto da Massimo Giletti su La7 e fa altre rivelazioni: “Matteo Messina Denaro non ne ha per molto. Le profezie vorrei farle in un altro ambito, queste non sono profezie. Sono cose delicate, serie”. Queste le parole di Baiardo, ex uomo di fiducia dei boss Graviano, intervistato ieri sera da Massimo Giletti, che segue l’intervista concessa a novembre quando disse che Messina Denaro era malato e quindi poteva essere arrestato “a breve”. “Non posso dirlo in televisione”, risponde Baiardo alla domanda su chi è stata la sua fonte sull’imminente arresto di Messina Denaro.

“Non ci sono solo i Graviano, ci sono anche altre persone. Non parlo per bocca dei Graviano…”, afferma. “Matteo Messina Denaro, Totò Riina, Bernardo Provenzano dove sono stati arrestati? Tutti e tre in Sicilia, mentre i fratelli Graviano sono stati arrestati a Milano, c’è qualcosa che non torna. I fratelli si stavano rifacendo un’altra vita. I pentiti non possono continuare a inventarsi le barzellette. Se i Graviano dovevano continuare a delinquere, sarebbero rimasti a Brancaccio”, sostiene Baiardo.

Quanto a Messina Denaro dice: “Spiace per questa persona, ma penso che non ne abbia per molto, altrimenti non succedeva quello che è successo (l’arresto ndr)…”. E a Giletti che lo incalza sottolineando che in pochissimi, a detta del medico che l’aveva in cura, sapevano della malattia del boss replica ancora: “La mia fonte arriva dall’ambito palermitano, non dai Graviano”.

Le dichiarazioni di Baiardo che le istituzioni non considerano veritiere, continuando ad insistere che l’arresto di Matteo Messina Denaro sia stato un’operazione portata a temine dalle forze dell’ordine, è però confermata anche dall’ex procuratore generale di Palermo ed oggi senatore M5s, Roberto Scarpinato, che sempre su La 7 nel programma “In Onda” condotto dai Giornalisti, Concita De Gregorio e David Parenzio ha detto: “Messina Denaro non è più Diabolik come l’avevamo battezzato, cioè un capomafia estremamente raffinato che riusciva a sfuggire a tutte le indagini. Ha iniziato a commettere una serie di errori da dilettante: usare il telefonino, chattare. Perché evidentemente aveva deciso di lasciarsi prendere”.

Scarpinato ha di fatto gettato pesanti ombre sulla polizia, sostenendo che senza una copertura delle forze dell’ordine nessuno riuscirebbe a restare latitante per 30 anni.