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Agrigento. Democrazia partecipata, un travaglio infinito, M5S: “Manca il pane, ma c’è il circo”


“L’anno scorso si era dovuta ripetere la votazione con un software che dava la possibilità, così almeno ci avevano detto, di individuare voti multipli individuando l’ID del dispositivo, perchè non si è utilizzato lo stesso? L’esperienza non insegna?”.

E’ quello che si chiedono oggi i pentastellati agrigentini che intervengono nuovamente sulla questione della Democrazia Partecipata e del relativo voto on-line indetto dal comune agrigentino.

“Anche quest’anno abbiamo immediatamente notato i voti galoppanti e lo abbiamo fatto presente più volte ma l’amministrazione non si è mossa ad urne elettroniche aperte e deve ancora rispondercene. Adesso, dice la delibera di giunta n 12, hanno provveduto al noleggio di un nuovo software per una nuova votazione online. Altro noleggio. Un ulteriore costo?”

Gli attivisti del Movimento 5 stelle avevano richiesto, alla voce “altro” le casette dell’acqua e, soprattutto, schede per il gratuito approvvigionamento degli indigenti.

“I nostri voti, tutti validi, non sono stati considerati degni di essere inseriti nella nuova votazione. Come sono state scelte le nuove voci inserite nel sondaggio di democrazia partecipata? Nessuna spiegazione.Viva la trasparenza e la democrazia”. Intanto la Consigliera Marcella Carlisi, di nuovo capogruppo, ha chiesto l’accesso agli atti per avere il file con i 7000 voti della voce “Altro”.

La vicesindaco ha fatto intendere, durante il question time, che è meglio che sia l’amministrazione a decidere cosa fare dei soldi senza lasciare libera la fantasia agrigentina giudicandola poco concreta e addebitando i ritardi nella spesa delle somme dello scorso anno proprio a questo. I cittadini chiesero di spendere i soldi per un sostegno all’autismo, fu il comune a decidere come realizzarlo interfacciandosi con l’ASP e riscontrando notevoli difficoltà.

La voce servizi a favore di persone con disabilità, con quasi 3000 voti nella votazione finale, è stata eliminata.”Forse “levava vento” ad Agrigento Capitale della cultura, a cui il sindaco tiene, reinserita coi suoi 80 voti di preferenza. – dicono 5 Stelle – Tra le altre voci: i bonus alimentari del primo sondaggio sono diventati “sostegno alla povertà”, voce generica che consentirebbe di stornarli anche al servizio civico, 4 ore l’ora per al massimo 3 ore al giorno per impegnare in lavori di pulizia e manutenzione chi ha bisogno di mangiare.

Altra voce molto generica: interventi all’arredo urbano. Quante mattonelle e vasi in ceramica si possono comprare con quasi 56mila euro? Tra le voci anche “eventi per l’estate agrigentina”, necessari per tenere alto il morale dei supporter del sindaco”.

Insomma concludono i 5 stelle: “Se non c’è pane ad Agrigento, almeno ci sarà circo”.