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Amnesty International accusa Kiev e Zelensky: “mettono a rischio i civili e violano le leggi di guerra”

“Essere in una posizione difensiva non esenta l’esercito ucraino dal rispetto del diritto umanitario internazionale. Le forze ucraine mettono a rischio i civili e violano le leggi di guerra quando operano in aree popolate” ha affermato Agnès Callamard, Segretario generale di Amnesty International

Soldati ucraini in una scuola, foto condivisa sui social da un soldato.

Mentre l’occidente continua ad inviare armi a Zelensky ed a parlare esclusivamente di “un aggredito ed un aggressore”, la nota ONG umanitaria Amnesty International punta il dito contro l’esercito di Kiev, accusandolo di mettere a rischio i civili e violare le leggi di guerra quando lancia attacchi contro l’esercito russo da centri abitati, anche in scuole e ospedali, rischiando quindi che i russi per risposta colpiscano i civili per errore. Secondo l’ONG, in un documento pubblicato lo scorso giovedì 4 agosto, infatti: i ricercatori di Amnesty International hanno riscontrato prove che le forze ucraine hanno lanciato attacchi da centri abitati, a volte dall’interno di edifici civili, in 19 città e villaggi”.

Tra aprile e luglio 2022, i ricercatori di Amnesty International hanno trascorso diverse settimane a indagare sugli attacchi russi nelle regioni di Kharkiv, del Donbass e di Mykolaiv. L’organizzazione ha visitato luoghi colpiti dagli attacchi, ha intervistato sopravvissuti, testimoni e familiari di vittime, ha analizzato le armi usate e ha svolto ulteriori ricerche da remoto.

Sopravvissuti e testimoni degli attacchi russi nelle regioni di Kharkiv, del Donbass e di Mykolaiv hanno riferito ai ricercatori di Amnesty International che l’esercito ucraino era operativo nei pressi delle loro abitazioni e che in questo modo ha esposto la popolazione civile alle rappresaglie delle forze russe:  “Queste tattiche violano il diritto internazionale umanitario perché trasformano obiettivi civili in obiettivi militari. Gli attacchi russi che sono seguiti hanno ucciso civili e distrutto infrastrutture civili”, hanno dichiarato da Amnesty.

La madre di un uomo di 50 anni ucciso da un attacco russo il 10 giugno in un villaggio a sud di Mykolaiv, una delle tante testimonianze, ha dichiarato ad Amnesty che: “I soldati stavano in una casa accanto alla nostra e mio figlio andava spesso da loro a portare del cibo. L’ho supplicato diverse volte di stare lontano, avevo paura per lui. Il pomeriggio dell’attacco io ero in casa e lui in cortile. È morto subito, il suo corpo è stato fatto a pezzi. Il nostro appartamento è stato parzialmente distrutto”. Nell’appartamento dove, secondo la donna, avevano stazionato i soldati ucraini, Amnesty International ha rinvenuto equipaggiamento e divise militari.

Ma non solo case private e centri abitanti, anche ospedali e scuole possono diventare basi militari ucraine, in totate violazione del diritto internazionale.

In cinque diverse località, i ricercatori di Amnesty International hanno visto le forze ucraine usare gli ospedali come basi militari. In due città decine di soldati stavano riposando, passeggiando o mangiando all’interno di strutture ospedaliere. In un’altra città i soldati stavano sparando nei pressi di un ospedale. Il 28 aprile un attacco aereo russo ha ucciso due impiegati di un laboratorio medico alla periferia di Kharkiv dopo che le forze ucraine avevano installato una base nelle immediate adiacenze.

Amnesty riferisce nel suo rapporto inoltre che: l’esercito ucraino colloca abitualmente le sue basi all’interno delle scuole dei villaggi e delle città del Donbass e della regione di Mykolaiv. Le scuole sono temporaneamente chiuse ma molte sono situate vicino a insediamenti urbani”.

In 22 delle 29 scuole visitate, i ricercatori di Amnesty International hanno trovato soldati o rinvenuto prove delle loro attività, in corso al momento della visita o precedenti: tenute da combattimento, contenitori di munizioni, razioni di cibo e veicoli militari.

Le forze russe hanno colpito molte delle scuole usate dall’esercito ucraino. In almeno tre città, dopo i bombardamenti russi, i soldati ucraini si sono trasferiti in altre scuole, mettendo ulteriormente in pericolo i civili.

In una città a est di Odessa, Amnesty International ha notato in molte occasioni i soldati ucraini usare aree civili per alloggiare e fare addestramento, tra cui due scuole situate in zone densamente popolate. Tra aprile e giugno gli attacchi russi contro le scuole della zona hanno causato diversi morti e feriti. Il 28 giugno un bambino e un’anziana sono stati uccisi nella loro abitazione, colpita da un razzo.

Amnesty richiama però anche la responsabilità russa nel suo rapporto: “La tattica delle forze ucraine di collocare obiettivi militari all’interno dei centri abitati non giustifica in alcun modo attacchi indiscriminati da parte russa. Tutte le parti in conflitto devono sempre distinguere tra obiettivi militari e obiettivi civili e prendere tutte le precauzioni possibili, anche nella scelta delle armi da usare, per ridurre al minimo i danni ai civili. Gli attacchi indiscriminati che uccidono o feriscono civili o danneggiano obiettivi civili sono crimini di guerra”.

Infine, Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, punta ancora il dito contro Kiev:“Chiediamo al governo ucraino di assicurare immediatamente l’allontanamento delle sue forze dai centri abitati o di evacuare le popolazioni civili dalle zone in cui le sue forze armate stanno operando. Gli eserciti non devono mai usare gli ospedali per attività belliche e dovrebbero usare le scuole o le abitazioni dei civili solo come ultima risorsa, quando nessun’altra alternativa sia percorribile”.

Il 29 luglio Amnesty International ha trasmesso al ministero della Difesa di Kiev le conclusioni delle sue ricerche. Al momento, non è ancora pervenuta una risposta.