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ARS. Nicola Catania di Fratelli d’Italia dichiarato decaduto: gli subentra Giuseppe Bica primo dei non eletti

All’Assemblea regionale siciliana, per Nicola Catania di Fratelli d’Italia, uno dei quattro che con un giudizio di primo grado sono stati dichiarati ineleggibili, arriva la prima decadenza

Nicola Catania di Fratelli d’Italia, meloniano, ex sindaco di Partanna, è stato dichiarato decaduto dovrà cedere il seggio all’Ars a Giuseppe Bica, primo dei non eletti della sua stessa lista, da molti considerato in procinto di passare nella Lega, nonostante la sua smentita. Fdi dopo avere tentato di bypassare le sentenze con una proposta di legge che avrebbe di fatto salvato gli scranni in bilico, incassa la prima decadenza.

La norma voluta da Fdi, avrebbe avuto anche effetto retroattivo, avrebbe salvato Nicola Catania, dichiarato adesso ineleggibile su ricorso di Bica da un tribunale Civile in secondo grado, una sentenza che potrebbe adesso esser impugnata da Catania ma che è comunque immediatamente esecutiva. Fuori Catania, quindi, e dentro Bica, con l’incognita per Fdi di perdere il primato di 13 deputati all’Ars, cioè il gruppo col più alto numero di eletti.

Dei tre casi in attesa di pronuncia, due sono ancora di Fratelli d’Italia ed ecco spiegato l’accanimento dei meloniani nel pèresentare la norma detta “salva ineleggibili”, che altro non è che un’ interpretazione autentica della legge regionale la 29/1951, che disciplina le cause di ineleggibilità dei deputati all’Ars. La legge prevede, infatti, che non sonoeliggibili amministratori e dipendenti “con funzioni di rappresentanza o con poteri di organizzazione o coordinamento del personale, di istituti, consorzi, aziende, agenzie ed enti dipendenti dalla Regione ovvero soggetti alla sua tutela o vigilanza”. Quindi chi ha incarichi in enti e società sui quali la Regione esercita un controllo non può diventato deputato regionale.

Nicola Catania, presidente della Srr Trapani Sud, non aveva lasciato l’incarico nei tempi stabiliti dalla legge. La pronuncia di secondo grado per Catania era imminente, per questo Fdi aveva pressato perché la norma fosse votata il prima possibile. A nulla però sono valse le pressioni dei meloniani sui deputati di maggioranza: la norma che mirava a modificare la legge e rivedere i casi di ineleggibilità è stata, infatti, bocciata con 34 voti contrari, cioè con il voto anche di pezzi degli alleati di Fdi.

Uno schiaffo per i Meloniani all’Ars, che la settimana successiva nel voto sul ripristino dell’elezione diretta dei rappresentanti delle Province – cavallo di battaglia in campagna elettorale di Schifani – si sono vendicati facendo andare la maggioranza di nuovo sotto. In attesa di sentenza adesso restano i meloniani Dario Daidone e Giuseppe Catania e il deputato di Sud Chiama Nord, Davide Vasta. Di questi tre, almeno due dei subentranti sarebbero in procinto di passare con la Lega e con Fi. Se le prossime sentenze confermeranno l’ineleggibilità,  il gruppo di Fdi all’Assemblea regionale si  assottiglierà e di molto.