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Ati Agrigento. Sindaci: NO a Spa e votano compatti per il “Consorzio pubblico”


Si è svolta oggi pomeriggio l’assemblea dei sindaci dell’Ati idrico dell’agrigentino che all’unanimità hanno scelto la forma di gestione consortile pubblica

L’assemblea è iniziata con un acceso battibecco sulla forma di gestione da scegliere, ma poi si è votato e i sindaci presenti, ad eccezione degli 8 Comuni che aspirano ad ottenere il riconoscimento dell’articolo 147 che si sono astenuti, hanno votato per la forma di gestione del servizio idrico integrato, scegliendo la società Consortile di comuni pubblica.

Gli 8 Comuni astenuti tra questi Menfi, Burgio, Santa Margherita Belìce e Bivona hanno presentato le istanze per il riconoscimento dell’art. 147 che consente di continuare con la gestione in house.

Ma per questa tipologia di gestione delle fonti per questi 8 Comuni, il Piano d’Ambito rimarrà provinciale anche se dovessero accedere ai benefici previsti dall’articolo 147, in questo caso infatti, i Comuni potranno utilizzare solo ciò che serve al proprio fabbisogno, mentre l’eccesso, dovrà essere nella disponibilità dell’ATI come governo d’Ambito. L’art 147 infatti prevede la sola gestione delle reti ma non della fonte.

“L’acqua torna pubblica, finisce l’era di Girgenti Acque Spa. Sarà un’azienda speciale consortile e non più una società per azioni a gestire il servizio idrico nell’Agrigentino. Lo ha deciso oggi all’unanimità l’assemblea dei sindaci dell’Ati Agrigento. Il nuovo modello di gestione, dopo anni di mala gestio, consentirà di garantire ai cittadini un servizio idrico efficiente e trasparente, l’obiettivo sarà quello di renderlo anche meno costoso”.

Questo il commento di Margherita La Rocca Ruvolo, sindaco di Montevago e presidente della commissione Salute dell’Arsa alla decisione dell’assemblea dell’Ati di Agrigento sulla nuova gestione del servizio idrico.