Hanno sfondato i cordoni di sicurezza, la polizia ha tentato di fermarli con lanci di lacrimogeni, ma gli assalitori sono entrati nel palazzo del Congresso, la Corte Suprema e la sede del governo
In Brasile si è vissuta una giornata surreale, che il Paese fosse spaccato politicamente in due si sapeva, l’esito del voto è stato chiaro, il presidente incarica Luiz Inacio Lula da Silva, ha vinto sul rivale Jair Bolsonaro per meno dell’1% dei votanti, ma che questo avrebbe innescato i fatti di ieri non era davvero prevedibile.
Migliaia di sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro, ieri nella capitale Brasilia, ha assaltato il palazzo del Congresso, la Corte Suprema e la sede del governo. La polizia è intervenuta a difesa dell’area, lanciando lacrimogeni, ma non è riuscita a fermare della folla. Fortunatamente il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, non c’era, si trovava nello Stato di San Paolo per monitorare le devastazioni causate dalle inondazioni. Da li il presidente ha condannato la violenza delle ultime ore, che “non ha precedenti”. “Non è mai avvenuto nella storia di questo Paese”, ha detto Lula – che si è insediato per il terzo mandato esattamente una settimana fa – Tutti i vandali saranno trovati e puniti”.
Lula appreso cosa stava accadendo, si è riunito con i ministri in un meeting d’emergenza ed ha decretato “l’intervento federale” nella sicurezza nel distretto di Brasilia fino al 31 gennaio. La sicurezza del distretto federale passerà dunque sotto il controllo del governo e sarà tolto alla responsabilità del governatore.
Redazione Fatti & Avvenimenti