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Caso diffamazione Vullo – Monte. Cassazione annulla sentenza condanna: rinvio alla Corte d’Appello

Annullata con rinvio la sentenza di condanna: si riparte dal processo di merito

La Quinta Sezione della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna nei confronti di Simone Vullo Giuseppe per il reato di diffamazione nei confronti dell’ex assessore Salvatore Monte. Ha trovato dunque riscontro il ricorso dell’Avv. Aldo Rossi. Simone Vullo Giuseppe oltre ad essere stato riconosciuto colpevole dal tribunale di Sciacca del reato di diffamazione aggravata era stato condannato anche al risarcimento del danno nei confronti dell’ex assessore Salvatore Monte per un importo di € 5.000,00 e spese legali per € 2.500,00.

I fatti risalgono al maggio del 2016 e si riferivano ai post, ritenuti diffamatori, pubblicati sul profilo Facebook del Vullo contro Monte. Nel capo di imputazione è trascritto un particolare e sicuramente denigratorio post di Vullo che la Nostra Testata si riserva di non pubblicare. La Corte di Appello di Palermo, nonostante la parziale riapertura dell’istruttoria, ha confermato la sentenza di primo grado condannando ulteriormente il Vullo alle spese di giudizio ed alla controparte.

L’avv. Aldo Rossi ha insistito proponendo ricorso per Cassazione e il relativo collegio ha accolto le sue numerose doglianze. Il penalista saccense ha criticato, tra le altre, il concetto della “doppia conforme” in relazione all’illogicità della motivazione ed ha avuto la meglio tanto che lo scorso 17 ottobre, la Suprema Corte, in accoglimento del ricorso, ha annullato con rinvio la sentenza di condanna.

Sul fatto è inoltre intervenuto l’Avv. Ignazio Bivona, difensore di Salvatore Monte, che ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Precisano i difensori del Monte che con il rinvio degli atti alla Corte di Appello di Palermo si dovrà procedere ad un nuovo esame della questione, senza che si possa a priori escludere una conferma delle precedenti decisioni sulla base di nuove motivazioni. Si ritiene pertanto che la questione non risulta ancora essere definita”.