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CGIL Agrigento. 26 anni dopo la strage di Capaci, serve l’antimafia della coerenza e della concretezza


“Il 26° Anniversario della strage di Capaci, ad Agrigento sarà segnata da una serie di iniziative”.  – Scrive oggi la CGIL agrigentina.-

“Parteciperemo, doverosamente, a quella organizzata dal Comune.  Ma insieme sfilate e commemorazioni e momenti di ricordo, necessari soprattutto per le giovani generazioni, come CGIL non possiamo che essere soddisfatti e plaudire all’iniziativa della Prefettura e dell’ANBCS, dei giorni scorsi, volta alla restituzione alla collettività di ben 253 beni che sono stati sottratti alla criminalità.
E’ da tempo che auspicavamo una iniziativa del genere ed avevamo chiesto formalmente al precedente Prefetto di “fare il punto della situazione.
Adesso occorre insistere fino a vedere finalmente utilizzati quei beni ed occorre estendere l’attenzione alle Aziende che non possono essere abbandonate al loro destino o affidate permanentemente a curator giudiziari.
Ecco un esempio di “antimafia concreta” di cui c’è bisogno per continuare a credere di invertire la rotta.
Certo occorre molto altro: usare tutti gli strumenti che abbiamo, in ultimo il nuovo Codice Antimafia; assicurarsi che gli apparati dello Stato siano in piena efficienza sul campo e sul terreno della investigazione e della prevenzione; lanciare segnali univoci e chiari che spingano alla collaborazione dei Cittadini.
Per questo ci indigniamo per vicende come quella di Ignazio Cutrò, cui ci auguriamo sia restituita da subito la serenità perduta.
Poi occorre spingere l’acceleratore sulle politiche di sviluppo, prosciugare le sacche del disagio sociale, migliorare la qualità della vita delle periferie, rimettere al centro il lavoro ed I valori fondativi della nostra Costituzione, smascherare e recidere I fili che collegano politica-affari-mafia. Un lavoro immenso, ma l’unico che serve per poter sperare che la mafia – come diceva Falcone – come tutti I fenomeni umani abbia una fine”.