⦿ Ultim'ora

Consiglio europeo Granada è un fallimento: salta l’intesa sui migranti. Orbán si oppone: “Noi e Polonia stuprati dall’Ue”

Polonia e Ungheria metteno il veto nella parte del testo sul Patto Ue sulle migrazioni e lo bloccano. Il vertice si chiude con una dichiarazione del presidente Charles Michel ma senza un’intesa condivisa

Sull’emergenza migranti a Granada in Spagna, il Consiglio europeo cerca una posizione unanime ma Polonia e Ungheria si oppongono e l’intero capitolo salta dalle conclusioni finali, sostituito da una dichiarazione del presidente Charles Michel. Il premier polacco Mateusz Morawiecki e l’omologo ungherese Viktor Orbán, ai quali si unisce il premier ceco Petr Fiala, si oppongono alle regole sul ricollocamento, nella parte del testo sul Patto Ue sulle migrazioni, approvato a maggioranza qualificata lo scorso 4 ottobre senza il loro via libera. Per l’approvazione definitiva del testo è necessario l’unanimità ed essendo le conclusioni senza alcun valore giuridico, si è optato per confermare il testo della Dichiarazione di Granada senza la parte sulle migrazioni.

Duro il commento del premier ungherese, Viktor Orban: “Polonia e Ungheria sono state stuprate legalmente” dall’Ue e i leader dei due governi non hanno firmato il Patto. “Se sei legalmente stuprato, costretto ad accettare qualcosa che non ti piace, come pensi di raggiungere un compromesso? È impossibile”, ha detto Orban escludendo ogni possibilità di accordo “non solo ora ma anche negli anni a venire”.

La premier Giorgia Meloni di fatto torna da Granada con le mani vuote, stretta tra la necessità di ricucire i rapporti con la Germania e bloccata dall’intransigenza dei suoi alleati di Budapest e Varsavia. Meglio è andato il faccia a faccia con il cancelliere tedesco Olaf Scholz nel corso del quale si sono smussate le divergenze. L’accordo sul regolamento sulle crisi migratorie raggiunto il 4 ottobre ha fatto scemare i conflitti, grazie al compromesso sull’emendamento della discordia sulle ong (voluto da Berlino e osteggiato da Roma).

Problemi anche sulla Tunisia: No di Germania, Ungheria e Polonia a cambiare il bilancio Ue sui fondi per i migranti e i veti bloccano i fondi all’Africa. La Germania inoltre ritiene non sicuro il paese del presidente Saied e il memorandum slitta ancora. “Per il Memorandum con la Tunisia c’è tempo, ormai non è un accordo per adesso o quest’anno. Se va bene, varrà per l’estate del 2024”. Giorgia Meloni con la solita propaganda dirà che è andata bene, ma  la sostanza dei fatti è un’altra e basta ascoltare i diplomatici olandesi, per rendersi conto che sui migranti anche questo Consiglio europeo informale è stato un fallimento… soprattutto per l’Italia.