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Corea del Nord lancia altri 2 due missili, Usa “pronti alla risposta”, ma Cina e Russia difendono Kim Jong-un

La situazione nell’area dell’Oceano Pacifico si fa incandescente, la Corea del Nord ha lanciato altri due missili verso il Mar del Giappone, in risposta al dispiegamento della portaerei Usa nel Mar del Giappone. Per il premier nipponico Kishida si tratta di un atto “intollerabile”, gli Usa si dicono “pronti alla risposta”. Ma Russia e Cina accusano gli Stati Uniti di provocare Kim Jong-un

 

La Corea del Nord alle 6.01 e alle 6.23 del mattino, ora locale, in Italia poco dopo le 23 di mercoledì, ha lanciato altri due missili balistici a corto raggio verso il Mar del Giappone. Si tratta del sesto test missilistico in dodici giorni in risposta alle esercitazioni militari congiunte di Stati Uniti e Corea del Sud con il dispiegamento della portaerei a propulsione nucleare Uss Ronald Reagan e del suo gruppo d’attacco nelle acque a est della penisola coreana. Il nuovo lancio arriva a soli due giorni da quello del missile balistico a raggio intermedio che ha sorvolato il Giappone, volando a circa mille chilometri di altitudine per 22 minuti prima di inabissarsi nell’Oceano Pacifico.

I lanci sono avvenuti secondo i rilevamenti del Comando Congiunto sud-coreano, dall’area di Samsok, nella capitale Pyongyang, per la prima volta utilizzata per lanci da parte del regime di Kim Jong-un. Il primo missile ha volato a un’altitudine di circa cento chilometri coprendo una distanza di 350 chilometri, mentre il secondo ha viaggiato a un’altezza stimata di cinquanta chilometri, percorrendo 800 chilometri.

Il ministero degli Esteri nord-coreano ha spiegato i motivi dei ripetuti test con una nota in cui condanna gli Stati Uniti per il ricorso “ingiustificato” al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, definendo i lanci “giuste misure di controazione” alle esercitazioni congiunte con la Corea del Sud, ovvero l’escalation missilistica degli ultimi giorni. Con la stessa nota, i nordcoreani definiscono una “grave minaccia” alla stabilità regionale il ridispiegamento della portaerei a propulsione nucleare Uss Ronald Reagan e del suo gruppo d’attacco nelle acque a est della penisola coreana.

Immediata è arrivata la condanna del primo ministro giapponese, Fumio Kishida, che ha definito i lanci “assolutamente intollerabili”, mentre gli Stati Uniti si dicono “pronti alla risposta”.

Opposto il parere di Cina che Russia, contrarie alla convocazione del Consiglio di Sicurezza, sostenendo che non avrebbe portato a un allentamento della situazione, e hanno incolpato le esercitazioni congiunte di Stati Uniti e Corea del Sud per avere provocato la Corea del Nord. Gli Stati Uniti, tramite l’ambasciatore all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, hanno accusato Cina e Russia, membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, di proteggere la Corea del Nord dai tentativi di rafforzare le sanzioni contro il regime di Kim.

Solo nove dei quindici membri – Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Albania, Brasile, India, Irlanda, Norvegia ed Emirati Arabi Uniti – hanno condannato il lancio di Pyongyang in una nota congiunta. Diametralmente opposta la dichiarazione  del vice ambasciatore cinese all’Onu, Geng Shuang, ha sottolineato che il Consiglio di Sicurezza dovrebbe avere un ruolo costruttivo “invece di affidarsi solamente alla forte retorica o alla pressione” e di “alimentare l’escalation”.

Ancora più chiaro il messaggio del vice ambasciatore russo all’Onu, Anna Evstigneeva, secondo cui introdurre nuove sanzioni contro la Corea del Nord è “un vicolo cieco” e non porterà risultati.