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Ecco come sbarcano i migranti: per evitare arresto libici costringono migranti a fare gli scafisti


Un’indagine condotta a seguito dello sbarco del primo giugno avvenuto al porto di Pozzallo dalla nave Aquarius della ONG Sos Mediterranee, ha permesso di scoprire nuovi e interessanti particolari sul modus operandi dei trafficanti di uomini che hanno base in Libia

I migranti hanno pagato 1.500 euro per raggiungere l’Europa dopo diversi mesi passati nelle connection house libiche. Tutti i migranti hanno anche riferito che un libico li ha condotti poco fuori le coste di Tripoli e poi ha minacciato un ivoriano per fargli condurre il gommone fino alle coste siciliane.

Le indagini sono partite dalla Polizia a seguito dello sbarco del 1 giugno e sono state concluse solo ieri a tarda sera dopo 24 ore, individuando lo scafista ivoriano.

Il 31 maggio, la nave Aquarius della ONG Sos Mediterranee di Medici Senza Frontiere ha avvistato a circa 30 miglia nautiche dalle coste libiche un gommone carico di migranti, su disposizioni di IMRCC di Roma ha quindi proceduto al salvataggio di 158 migranti di varie nazionalità, dirigendosi verso il porto di Pozzallo, dove è approdato l’1.06.2018. Dopo le operazioni sanitarie di rito, i migranti venivano trasferiti presso l’Hotspot per le operazioni di identificazione. Inoltre, dopo il fotosegnalamento da parte della Polizia Scientifica, gli uomini della Squadra Mobile hanno controllato tutti i soggetti sbarcati senza riscontrare alcun elemento di interesse. 

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – insieme ai militari della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Pozzallo, hanno indagato e potuto individuare lo scafista ivoriano che, a dire dei testimoni, era stato costretto a condurre il gommone.

Dalle indagini è emerso infatti che i 156 migranti hanno pagato 1.500 euro circa per raggiungere l’Europa ed hanno vissuto in Libia per mesi in attesa di poter partire; durante la permanenza sono stati tutti in connection houses, ovvero capannoni fatiscenti dove vengono stipati i migranti da parte dei trafficanti di uomini in Libia.

La notte del 30 maggio sono partiti da Tripoli a bordo di un gommone e dopo 10 minuti di navigazione, lo scafista del gommone si sarebbe tuffato in mare per poi salire su una barca condotta da trafficanti libici costringendo, con la minaccia, un ivoriano a prendere il comando del gommone di migranti.

Tutti i migranti fermati hanno confermato questa versione dei fatti per tanto non è stato possibile procedere al fermo dell’ivoriano. L’uomo sarà comunque segnalato alla Procura della Repubblica di Ragusa che quotidianamente è impegnata a contrastare il traffico di migranti. 

Un’indagine sicuramente complessa anche se molto veloce, e che getta nuova luce sul modus operandi usato dai trafficanti di uomini. Adesso starà anche al nuovo governo con Matteo Salvini a ministro degli Interni provvedere a far fronte a questa “nuova” – già da mesi in realtà si sospettava – ignobile strategia messa in atto dai trafficanti evidentemente per evitare l’arresto.