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Enogastronomia. La Castagna, il frutto autunnale per eccellenza tra storia, usanze e cucina

L’autunno è arrivato portando una ricca tavolozza fra sapori e colori, e uno dei frutti più iconici della stagione è la castagna: un elemento fondamentale nella cucina e nella cultura di molte regioni da secoli

La castagna, scientificamente nota come Castanea, ha una lunga storia che affonda le radici nelle antiche civiltà. Si ritiene che sia stata coltivata per la prima volta in Anatolia (oggi Turchia) oltre 2000 anni fa. Da lì, si è diffusa in tutto il Mediterraneo, diventando una coltura essenziale per molte comunità. I Romani la consideravano un cibo prezioso e la utilizzavano come fonte di sostentamento durante le lunghe campagne militari.

La castagna è un alimento estremamente versatile in cucina. Può essere consumata cruda, arrostita, bollita o trasformata in farina per preparare dolci e pane. Uno dei piatti autunnali è la purea di castagne, una prelibatezza densa spesso servita con carne arrosto o tacchino nel giorno del Ringraziamento. In alcune regioni europee, le castagne vengono utilizzate per preparare zuppe, minestre, e addirittura liquori come il marron glacé in Francia. In Italia famoso è il castagnaccio come dessert, una torta di farina di castagne originaria della Toscana, ormai anche delle zone dell’ Umbria, Piemonte, Liguria, Lazio, Emilia e Romagna.

La produzione di castagne avviene in molte regioni del mondo, ma alcune aree sono particolarmente rinomate per la coltivazione. L’Europa meridionale, in particolare l’Italia e la Francia sono tra i principali produttori. Dalla val di Susa (in Piemonte) al Cilento, passando per i colli bolognesi e gli appennini del Centro, in Italia sono tantissime le varietà di castagne e marroni, ciascuna con caratteristiche proprie.

Per citarne alcune: la castagna di Cuneo Igp, se ci si sposta in Campania e più specificatamente nell’Appennino Avellinese si può gustare la castagna di Montella Igp, una varietà piccola dalla polpa bianca. La castagna di Vallerano, tutelata dal marchio Dop dal 2009, è una produzione più unica che rara: è coltivata infatti solo nel comune da cui prende il nome, nella provincia di Viterbo. Quella dei marroni in Val Susa è una coltivazione tanto antica quanto affascinante, affidata fin dal XIII secolo alle cure e alla meticolosità dei monaci e prima ancora (sembra) dei templari.

I castagneti prediletti dai ricercatori in Sicilia si trovano nel versante nord dell’isola, alle pendici dell’Etna e tutto il circondario, nella Riserva naturale del bosco Ficuzza, Il Parco delle Madonie.

 

Enogastronomia è una rubrica a cadenza quindicinale a cura di Silvia Donnini