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Enogastronomia. La Cipolla: da cibo per poveri a gusto radicato nella Cucina Tradizionale

Non è passato molto tempo da quando la cipolla, insieme al pane nero, all’aglio e ad altri alimenti saporiti e oggi ricercati, era considerata un cibo per poveri

La cipolla veniva mangiata dai braccianti, agricoltori, operai e da chi non poteva permettersi molto di più, ma in realtà compariva anche sulle tavole più aristocratiche, nella forma addolcita della zuppa o nei sostanziosi ripieni della selvaggina.

Sono numerose le varietà di cipolla che vengono coltivate in Italia, principalmente per l’utilizzo in cucina come ortaggio o aromatizzante, ma esiste anche un uso medicamentoso della cipolla. Il succo della cipolla è infatti antibatterico, ipoglicemizzante, diuretico e vanta anche attività antitumorale e antiaggregante piastrinica. Gli estratti ottenuti dai bulbi di cipolla hanno poi azione lenitiva sulle irritazioni cutanee e sull’apparato respiratorio.

Un vero gioiello della produzione agricola umbra, che ha meritato tanti importanti riconoscimenti nel corso degli anni, è la Cipolla di Cannara. Essa ha qualità e proprietà assolutamente uniche, a cominciare dalla dolcezza e tenerezza della sua polpa. Rappresenta il prodotto tipico locale più importante e noto del territorio cannarese, tanto da essere oggetto, sin dal 1981, dell’ormai celebre Festa della Cipolla di Cannara.

Tre sono i tipi di cipolla che vengono coltivati a Cannara, la rossa, la dorata e la piatta, tutte accomunate dalla medesima dolcezza e morbidezza, ma ognuna con caratteristiche diverse che ne consentono un utilizzo assai variegato.

  • La Cipolla rossa si può consumare anche cruda in insalate o crostoni oppure si può impiegare per marmellate e composte.
  • La Cipolla dorata è ideale per i sughi, pizza e zuppe.
  • La Cipolla borrettana, quella piatta, è ideale per essere impiegata in ricette al forno.

Altro “must” è la famosa cipolla rossa di Tropea, cipolla rossa coltivata tra Nicotera, in provincia di Vibo Valentia, Campora San Giovanni, nel comune di Amantea, in provincia di Cosenza, e lungo la fascia tirrenica. E’ IGP, famosa nel mondo per il suo profumo e per la sua leggerezza, si distingue per la sua dolcezza. Ingrediente basilare nella cucina mediterranea, esercita le sue proprietà anche in campo medico.  In Calabria sembra sia stata introdotta dai Fenici. Questo prodotto si diffonderà soprattutto nel periodo borbonico, quando verrà introdotta nei mercati nord europei. Verso la fine del 1950, invece, fu anche conosciuta e apprezzata dai mercati d’oltre oceano.

C’è anche la cipolla di Giarratana che viene coltivata in Sicilia, sull’altopiano ibleo; è una cipolla dal sapore molto dolce; la sua buccia è di colore bianco brunastro e la polpa è bianca, saporita, ma non pungente. Viene seminata a partire dalla fine di ottobre, durante la luna piena o in luna calante. È la protagonista di molte ricette della provincia di Ragusa e della tipica focaccia “chiusa”. Questa varietà di cipolle è riconoscibile per la forma schiacciata, la polpa bianca e molto gustosa ma soprattutto per le dimensioni. Ogni cipolla può pesare infatti fino a 2 chilogrammi.

Le cipolle di Giarratana sono un presidio tutelato Slow Food molto amato dai consumatori. La Sagra della Cipolla di Giarratana si tiene ogni anno il 14 agosto in occasione della Festa di San Bartolomeo.

Il segreto della cipolla è quasi tutto nella sua versatilità: con lei protagonista si possono creare decine e decine di ricette diverse, dalla classica zuppa di cipolle alla quiche di cipolle, dalla focaccia agli anelli di cipolla fritti.

Enogastronomia è una rubrica a cadenza quindicinale a cura di Silvia Donnini