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Finlandia verso chiusura frontiere con Russia. Mosca: “Va contro interessi finlandesi”

Il vice ministro degli Esteri russo Alexander Grushko: “La Russia è un paese aperto. Quando prendiamo misure di ritorsione, li correliamo sempre prima di tutto con i nostri interessi nazionali”, sottolineando come invece i Paesi occidentali preferiscano danneggiarsi da soli pur di attuare misure anti-russe

Le autorità finlandesi potrebbero chiudere tutti i valichi di frontiera con la Russia dal prossimo mercoledì sera. A riportarlo è la Tass che a sua volta riporta il quotidiano Iltalehti. Secondo il giornale finlandese, il governo del primo ministro Petteri Orpo potrebbe decidere lunedì di chiudere i restanti posti di blocco al confine con la Russia. Questi checkpoint dovrebbero essere chiusi alle 12:00 ora locale il mercoledì.

Nelle prime ore del mattino del 18 novembre, la Finlandia ha chiuso quattro posti di blocco sul suo confine orientale: Vaalimaa, Nuijamaa, Imatra e Niiral. Il ministro dell’Interno finlandese Mari Rantanen, ha spiegato che la decisione rimarrà in vigore fino al 18 febbraio 2024 ed è stata presa ufficialmente per limitare l’afflusso di cittadini provenienti da paesi terzi al confine orientale della Finlandia.

A stretto giro è così intervenuta la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova dicendo che la decisione della Finlandia ha creato “nuove linee di demarcazione in Europa” e che Mosca risponderà a tali azioni. Successivamente è intervenuto anche il vice ministro degli Esteri Alexander Grushko dicendo che la possibile completa chiusura del confine con la Russia sarebbe contraria agli interessi nazionali della Finlandia.

“A giudicare dal modo in cui le decisioni sono prese nelle capitali dell’Europa occidentale, non si possono escludere possibilità – che l’intero confine della Finlandia venga chiuso -, anche se in questo caso una tale decisione andrebbe ovviamente contro gli interessi nazionali della Finlandia”, ha sottolineato Grushko, che ha aggiunto:”la Russia è un paese aperto. Quando prendiamo misure di ritorsione, li correliamo sempre prima di tutto con i nostri interessi nazionali”.