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Governo Conte 2. Imu, Tasi e multe non pagate: da gennaio i Comuni pignoreranno conto corrente e carte


A gennaio chi non paga l’Imu, la Tasi o un multa per divieto di sosta, rischierà di avere il conto corrente pignorato dal comune e se il credito è superiore ai 10mila euro non verrà neanche avvisato

È quanto prevede un emendamento, il numero 96, inserito nella legge di Bilancio 2020, che verrà votata entro il 31 dicembre. Di fatto la nuova norma proporrebbe di estendere l’applicazione del cosiddetto “accertamento esecutivo” anche ai tributi locali come l’Imu o la Tari e le multe della Polizia locale.

Dunque il Comune, ma anche gli altri enti locali potranno richiedere il pignoramento del conto corrente del contribuente già dopo la mancata risposta all’avviso di accertamento e all’intimazione di pagamento. La norma che al momento è in discussione in commissione al Senato, oltre alla “supposta”, prevede la “pillolina”, ovvero la possibilità di pagare i debiti oltre i 6 mila euro, in 36comode” rate.

Per il governo di Giuseppe Conte si tratta di una legge per ridurre l’evasione fiscale, per Matteo Salvini invece, pronto a fare le barricate per non farla approvare, “Siamo all’Unione sovietica fiscale”.

Ma vediamo cosa potrebbe accadere ad un qualsiasi cittadino a partire dal 1° gennaio 2020. L’avviso di accertamento inviato dal Comune dovrebbe contenere l’intimazione ad adempiere entro 60 giorni dalla ricezione, trascorso il quale il contribuente avrà la facoltà di presentazione del ricorso. Senza tale atto l’accertamento diventerà immediatamente esecutivo e il Comune, al mancato pagamento della somma indicata, potrà immediatamente pignorare il conto corrente. Di fatto scompare il passaggio intermedio dell’invio della cartella esattoriale.

Questa nuova norma, mira a ridurre a 9 mesi il tempo di riscossione dei crediti, i Comuni ad oggi infatti, hanno circa 19 i miliardi non riscossi dagli enti locali.

La nuova legge inoltre potrebbe creare storture non di poco conto, riguardo al sistema delle notifiche.

Spesso infatti per gli Enti le notifiche sono eseguite anche se non vanno a buon fine, come nel caso di chi ha cambiato casa e quindi non ha mai ricevuto l’avviso. Da gennaio invece per l’avviso di accertamento sarà sufficiente inviare una semplice raccomandata, magari ad un indirizzo vecchio ed il contribuente si troverebbe con un conto di migliaia di euro bloccato, magari per un piccola somma, senza sapere perché.

Inoltre nei piccoli Comuni i versamenti effettuati non vengono registrati, perché le società di riscossione cambiano frequentemente e non sempre si trasmettono le informazioni e quindi il pignoramento potrebbe scattare anche per accertamenti che il contribuente ha correttamente pagato.