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Il presidente iraniano Raisi a Pechino da Xi Jinping: “Cina vuole acquistare 15mila droni dall’Iran”

La guerra in Ucraina sembra aver fatto “buona pubblicità” ai droni iraniani, che adesso avrebbero riscontrato l’interesse cinese che ha un “problema” di nome Taiwan

Il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, ha iniziato ieri la sua visita di tre giorni a Pechino. Raisi è in Cina per incontrare l’omologo cinese, Xi Jinping, con l’obiettivo di rafforzare l’intesa tra Pechino e Teheran, anche in funzione anti-Occidentale.

Pechino dal canto suo ha steso il tappeto rosso per il presidente iraniano, accogliendo lui e la delegazione iraniana con ventuno salve di cannone nel suo primo giorno di visita nella capitale cinese. La delegazione è formata da personalità di spicco della politica e dell’economia iraniana.

Secondo fonti media, Raisi avrebbe già firmato 20 documenti sulla cooperazione tra Iran e Cina in vari ambiti. E Xi Jinping ha dichiarato che i due Paesi sono “amici in situazioni difficili”: “La Cina sostiene l’Iran nella salvaguardia della sovranità nazionale e nella resistenza all’unilateralismo e alla prepotenza” occidentale, aggiungendo che Pechino “si oppone alle forze esterne che interferiscono negli affari interni dell’Iran e che minano la sicurezza e la stabilità dell’Iran”, promettendo di “lavorare insieme su questioni che coinvolgono i rispettivi interessi fondamentali”.

Davanti a rapporti simili assume sempre più rilevanza quindi la notizia trapelata dall’agenzia di stampa iraniana Enterkhab, secondo cui la Cina avrebbe acquistato 15.000 droni da guerra dall’Iran. La notizia, che non trova per ora conferme, pare suggerire che il lavoro dei droni iraniani in Ucraina abbia fatto “buona pubblicità” alla produzione iraniana.

Un drone Shahed 136/Geran 2 in volo sull’Ucraina

Ovviamente, essendo una notizia non confermata, non è noto a quale scopo la Cina acquisterà un così massiccio numero di UAV – che già dal numero suggerisce implicitamente che possa trattarsi almeno per buona parte di droni kamikaze come l’ormai famoso Shahed 136/Geran2 -, ma pare ovvio che al momento la questione più calda sulle scrivanie di Pechino siano i rapporti con gli USA e soprattutto la questione Taiwan, a cui l’esercito cinese mostra periodicamente i muscoli in un muro-contro-muro con Washington.