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Israele non rispetta nessuna legge: bombarda l’ambasciata iraniana in Siria: almeno 8 morti

Le ambasciate sono territori neutrali, persino i tedeschi nella seconda guerra mondiale li rispettavano: Israele oggi ha operato raid nell’area di Damasco in Siria ed ha colpito il palazzo dell’ambasciata iraniana. I morti sarebbero almeno otto tra cui l’ambasciatore iraniano in Siria, Hossein Akbari, e la sua famiglia

Lo riferisce il media iraniano Students news netowrk (Snn), spiegando che la struttura colpita “appartiene all’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran e aveva una bandiera”. Secondo al Arabya l’attacco, ad opera di Israele, avrebbe colpito il consolato e la residenza dell’ambasciatore. Il ministro della Difesa siriano denuncia “molti molti e feriti”.

Media internazionali, tra cui il canale saudita al Hadth, hanno riferito che nel raid su Damasco è stato ucciso, tra gli altri, un alto comandante dei Guardiani della Rivoluzione iraniani, Mohammad Reza Zahedi, esponente di spicco delle Forze Quds in Siria e Libano. Lo riportano anche i media israeliani. L’obiettivo del raid israeliano sarebbe stato, secondo l’emittente pubblica iraniana al-Alam, proprio il consolato iraniano a Damasco che è stato “completamente distrutto”.

Le vittime sono otto, sei della quali sarebbero l’ambasciatore iraniano in Siria, Hossein Akbari, e la sua famiglia. Akbari ha affermato che “la risposta di Teheran sarà dura”. Il diplomatico ha poi aggiunto che “dopo aver rimosso le macerie del palazzo distrutto dal raid sarà reso noto il numero esatto delle vittime”.

Poco dopo il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha annunciato che Israele “estenderà la sua offensiva al nord e aumenterà gli attacchi” contro gli Hezbollah. Gallant ha aggiunto che l’azione di Israele “sta diventano più offensiva che difensiva e arriveremo ovunque Hezbollah si trovino. Beirut, Baalbek, Tiro, Sidone e per tutta la lunghezza del confine: e in posti più lontani, come Damasco”.

Le parole ma sopratutto le azioni israeliani che non rispettano le leggi internazionali sono benzina su un incendio già di vaste proporzioni che provocherà un ulteriore allargamento del conflitto.