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Kiev ammette l’attacco al ponte di Crimea: tra qualche mese ammetterà anche la distruzione della diga di Kakhovka?

Per la prima volta il ministero della Difesa ucraino ha riconosciuto la responsabilità di Kiev nell’attacco al ponte dell’8 ottobre 2022, atto che aveva sempre negato

La vice ministro della Difesa Hanna Malyar nel 500mo giorno della guerra ha pubblicato su Telegram un elenco delle azioni più importanti messe a segno dall’esercito, tra queste proprio l’attacco al ponte: “273 giorni da quando è stato effettuato il primo attacco sul ponte di Crimea” spiegando che è stato fatto “per interrompere la logistica dei russi”. L’operazione fu portata a termine da un camion bomba fatto saltare in aria con dell’esplosivo.

Kiev ha negato anche l’attentato che ha distrutto il gasdotto Nord stream, ma le indagini svolte dai paesi alleati hanno svelato tutta la dinamica, dal noleggio del barca fino al posizionamento dell’esplosivo da parte di un commando ucraino. E’ dunque appurato che  i servizi segreti di Kiev mentono sempre, salvo ripensamenti come nel caso del ponte di Crimea o essere beccati con le mani nella marmellata come nel caso del gasdotto. Viene dunque spontaneo chiedersi se tra qualche mesi il governo di Zelensky non ammetterà anche la distruzione della diga di Kakhovka.

E deve essere stato in quest’ottica che la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha scritto su Telegram che i leader della Nato dovrebbero discutere della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia al vertice a Vilnius, in Lituania, la prossima settimana: “Dopotutto, la stragrande maggioranza dei membri dell’Alleanza si troverà nella zona di impatto diretto” se dovesse accadere qualcosa nello stabilimento”, ha scritto, accusando l’Ucraina di “danni sistematici” all’impianto. Zakharova ha anche aggiunto che ” dovrebbe esservi dedicata l’attenzione principale del vertice Nato”, considerando che Vilnius si trova a circa 1.000 chilometri dalla centrale nucleare.

Qualcuno potrà obiettare che l’esplosione della centrale di Zaporizhzhia farebbe molti più danni all’Ucraina, ma le azioni di Kiev, ricordano la nota favola dello scorpione che doveva attraversare il fiume a dorso di una rana, e nonostante sapesse che uccidendo la rana con il suo pungiglione sarebbe morto annegato, lo fece lo stesso, perché disse: “è nella mia natura”.