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La procura chiude le indagini: la ministra Santanchè indagata per falso in bilancio relative al fascicolo su Visibilia Editore

Chiusa altra indagine su Daniela Santanchè. Secondo la Procura di Milano la ministra e 16 fra familiari, ex manager ed ex revisori contabili delle società da lei fondate avrebbero messo in atto un “disegno criminoso” per esporre “fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero” relativi ai bilanci dal 2016 al 2022 delle società Visibilia Editore, Visibilia srl in liquidazione e Visibilia Editrice srl

La Procura di Milano ha chiuso, in vista della richiesta di processo, il filone di inchiesta sul dissesto di Visibilia nel quale tra gli indagati figura la ministra del Turismo Daniela Santanchè, presidente di Visibilia Editore fino al gennaio 2022, alla quale i pm Marina Gravina e Luigi Luzi con l’aggiunto Laura Pedio contestano il falso in bilancio.

Gli indagati nell’ambito dell’inchiesta sono in tutto 20, tra cui tre società. Oltre alla senatrice di FdI sono coinvolti, tra gli altri, anche la sorella Fiorella Garnero, la nipote Silvia Garner, il compagno Dimitri Kunz e l’ex compagno Canio Mazzaro. Indagate per la responsabilità amministrativa degli enti anche Visibilia Editore spa, Visibilia Editrice srl e Visibilia srl in liquidazione.

In una nota, il procuratore di Milano Marcello Viola precisa che l’accusa di bancarotta, che era contestata alla ministra del Turismo assieme a quella di falso in bilancio per il caso Visibilia, “è stata stralciata dal procedimento principale poiché per nessuna delle società del gruppo Visibila è nel frattempo intervenuta dichiarazione di insolvenza”, ovvero non sono fallite. Lo stralcio prelude ad una probabile richiesta di archiviazione per questo reato.

Nelle scorse settimane è stata definita la tranche di indagine, sempre condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf, in cui la senatrice di FdI è invece accusata di truffa aggravata all’Inps per la gestione della cassa integrazione nel periodo del Covid.

Visibilia Editore, tra l’altro, è finita in amministrazione giudiziaria il primo marzo scorso su disposizione del Tribunale civile di Milano e dopo la causa intentata da un gruppo di piccoli azionisti. I giudici civili hanno parlato di una spa, ora in composizione negoziata della crisi, “quotata” e che non sta più in piedi finanziariamente, con “irregolarità” e un “potenziale inquinamento” nei bilanci, senza più alcun dipendente e con una società formalmente esterna, di cui socia di maggioranza è Daniela Santanchè, ossia Visibilia Concessionaria, che “continua a gestire l’amministrazione e la tesoreria”, compiendo “scelte anche in ordine ai pagamenti” dei creditori.

Il bilancio al 31 dicembre 2022 e la relazione semestrale al 30 giugno 2023 “non risultano correttamente” predisposti, era stato segnalato nell’ispezione. “L’avviamento – si legge – avrebbe dovuto essere completamente svalutato”, come hanno sempre sostenuto l’aggiunto Laura Pedio e il pm Marina Gravina. Sul fronte della presunta truffa, capitolo chiuso un paio di settimane fa, i pm hanno accertato, anche attraverso le testimonianze dei lavoratori, che in quel periodo, dal “31 maggio 2020 al 28 febbraio 2022”, ad amministrare Visibilia Editore e Concessionaria, ossia a prendere le decisioni, erano Santanchè e il compagno Dimitri Kunz. Entrambi, assieme a Paolo Concordia, “collaboratore esterno”, sarebbero stati consapevoli di aver richiesto e ottenuto “indebitamente” la cassa integrazione in deroga “a sostegno delle imprese colpite dagli effetti” della pandemia Covid.

La ministra ha sempre respinto tutte le accuse contestate. Nel frattempo, per definire pure l’ultimo filone del “pacchetto Visibilia”, con un ordine di esibizione è già stata raccolta nelle scorse settimane la documentazione bancaria relativa ai flussi di denaro che riguardano la compravendita della villa di Forte dei Marmi di proprietà di Francesco Alberoni acquistata, quando il sociologo era ancora in vita, da Kunz e da Laura De Cicco, moglie del presidente del Senato Ignazio La Russa, per 2 milioni e 450mila euro. Villa che i due hanno rivenduto in un’ora all’amico imprenditore Antonio Rapisarda per 3 milioni e 450 mila euro.

Secondo i Pm, “Santanchè trasse profitto con dati falsi nei bilanci”

Daniela Santanchè, assieme ad altri ex amministratori, consiglieri e sindaci di Visibilia Editore, tra il novembre 2014 e il dicembre 2021, ossia quando è stata prima consigliere, poi ad e presidente “nonché soggetto economico di riferimento del gruppo Visibilia”, con “più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso” avrebbe, con gli altri a vario titolo, “consapevolmente” esposto “nei bilanci di esercizio della società riferibili agli anni 2016, 2017, 2018, 2019, 2020, 2021 e 2022” fatti “materiali rilevanti non rispondenti al vero” per un “ingiusto profitto”. Lo scrivono i pm di Milano nell’avviso di chiusura indagini.

Nell’imputazione sulle presunte false comunicazioni sociali della quotata Visibilia Editore spa i pm contestano a 15 indagati, tra cui Santanchè, di avere, “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi, ciascuno in ragione delle cariche rivestite”, “consapevolmente” esposto “in violazione degli artt. 2423, 2423 bis e 2426 codice civile nei bilanci di esercizio della società riferibili agli anni 2016, 2017, 2018, 2019, 2020, 2021 e 2022 nelle relazioni o nelle altre comunicazioni sociali dirette ai soci o al pubblico, fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero, in modo concretamente idoneo ad indurre altri in errore”.

E ciò “al fine di conseguire – si legge ancora nell’avviso – per sé o per altri un ingiusto profitto”, ossia la “prosecuzione dell’attività di impresa nascondendo al pubblico le perdite, evitando sia la necessaria costosa ricapitalizzazione, sia la gestione meramente ‘conservativa’, misure imposte dal dettato normativo di cui agli artt. 2447, 2485, 2486 codice civile”. E avrebbero così ottenuto anche “liquidità mediante l’emissione di prestiti obbligazionari convertibili”, il “mantenimento dei rapporti contrattuali, bancari e finanziari in essere”, il “mantenimento della quotazione”.

Agli ex del collegio sindacale viene contestato di aver “omesso ogni attività di vigilanza”, ogni “attività di accertamento sulla corrispondenza del bilancio alle risultanze delle scritture contabili e sull’osservanza delle norme stabilite dall’art. 2426 codice civile in tema di valutazione del patrimonio sociale, ed anzi esprimendo parere favorevole all’approvazione del bilancio redatto in contrasto con detti criteri”.

Visibilia Editore è società “quotata sul sistema multilaterale di negoziazione, organizzato e gestito da Borsa Italiana, ‘Euronext Growth Milan'” ed è stata “costituita in data 12.11.2014 (a seguito del conferimento del ramo di azienda da parte della società Visibilia Editore Holding srl)”. Tra l’altro, Santanchè risponde anche di un’altra imputazione di false comunicazioni sociali e che riguarda la Visibilia srl in liquidazione.