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Trovata la settima vittima dell’esplosione della centrale idroelettrica di Bargi, ora priorità alle indagini

Dopo quattro giorni di incessanti ricerche è stato recuperato l’ultimo disperso della tragedia della centrale di Suviana a Bargi sull’Appennino bolognese

Nella centrale idroelettrica di Bargi sul lago di Suviana nell’Appennino bolognese, oltre 200 uomini, tra cui 100 vigili del fuoco, hanno  cercato per quattro giorni nei livelli -8, -9 e -10 ed oggi anche l’ultimo operaio ancora disperso, Vincenzo Garzillo, 68 anni di Napoli è stato trovato. Da adesso i fari sono puntati sulle indagini che dovranno chiarire cosa sia accaduto e perché.

Sono sette i lavoratori che rimasti uccisi dall’esplosione avvenuta il 9 aprile alla centrale idroelettrica Enel Green Power di Bargi, nel lago di Suviana sull’Appennino bolognese, tutti trasfertisti e tecnici esperti.

L’ultimo a essere estratto dalle macerie è stato Vincenzo Garzillo, 68 anni, di Napoli. Era in pensione da un anno, con un profilo professionale alto, esperto nella riattivazione dei macchinari di centrali idroelettriche. Il suo corpo è stato recuperato al piano meno nove, come quello degli altri tre dispersi individuati dopo 48 ore dallo scoppio.

Si tratta di Alessandro D’Andrea, 37 anni di Pontedera, tecnico specializzato con numerose esperienze anche all’estero, dipendente di Voith di Cinisello Balsamo (Milano), di Adriano Scandellari, 57 anni, nato a Padova e residente a Ponte San Nicolò (Padova), lavoratore specializzato di Enel Green Power nella funzione di O&M Hydro, premiato con la stella al merito del Quirinale e di Paolo Casiraghi, 59 anni, di Milano. Lavorava per la Abb di Sesto San Giovanni.

Tre invece sono le vittime che sono state estratte subito dalle macerie, nei primi momenti successivi allo scoppio nella centrale di Suviana. Sono Mario Pisani, 73 anni, la vittima più anziana. Originario del Tarantino, di San Marzano di San Giuseppe, era un ex dipendente Enel e ora impegnato come consulente. Titolare di una piccola srl, la Engineering con sede a Mele (Genova). Anche le altre due vittime erano suoi collaboratori: Vincenzo Franchina, 36 anni, la vittima più giovane, originario di Sinagra (Messina), sposato da poco più di un anno e padre da tre mesi, viveva a Genova. E Pavel Petronel Tanase, 45 anni, originario della Romania, dal 2000 risiedeva a Settimo Torinese. Sposato e con due gemelli quasi adolescenti.

Secondo le prime indagini non sarebbe stato “un evento istantaneo”

“Uno dei motivi per cui alcuni lavoratori sono stati trovati sul loro posto di lavoro potrebbe essere perché erano impegnati nella gestione dell’emergenza”. Lo ha spiegato il comandante dei Vigili del fuoco di Bologna, Calogero Turturici, durante una conferenza stampa a Camugnano sul disastro della centrale idroelettrica a Suviana. “In ogni caso – ha aggiunto -, ci sono stati degli eventi che hanno dato la possibilità di movimento alle persone dentro la centrale, non un evento istantaneo che non ha dato possibilità a nessuno di tentare di scappare. Altrimenti non ci sarebbero i feriti”. “È verosimile – ha proseguito – che la stragrande maggioranza dei lavoratori abbia avuto la possibilità di muoversi dal posto di lavoro, anche se non tutti, e abbia fatto un tentativo di evacuazione: alcuni sono riusciti a salvarsi, altri no”. Sulla base di questo scenario – ha concluso – “stiamo facendo ricerche mirate”.