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Lavoro. Zammuto(CGIL) replica al Sindaco Di Paola: “Di quali risultati parla?”


E’ uno sbalordito Franco Zammuto quello che replica al sindaco Fabrizio Di Paola, dopo essere stato accusato di fare politica affrontando, sicuramente anche politicamente, i temi del lavoro nel territorio di Sciacca ed hinterland.

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Il Segretario della C.d.L chiede: “Sig. Sindaco, forse una organizzazione sindacale ha modi diversi, rispetto a quelli della politica, per affrontare i temi del lavoro? Noi non ne conosciamo altro, ma se ne esistessero altri siamo pronti per la lezione.

Eppure, Sig. Sindaco, se e quando la C.d.L. ha chiesto alla sua Amministrazione, e a più riprese, di potere aprire un tavolo con le parti sociali per affrontare i problemi del lavoro ci avesse concesso udienza, probabilmente, ci avrebbe fatto capire quale doveva essere il modo, per un’organizzazione sindacale, di affrontare la problematica, facendoci evitare il nostro presunto errore di fare politica e, probabilmente, Noi organizzazione sindacale avremmo potuto dare qualche suggerimento sul come affrontare i temi del lavoro.

Ma la sua Amministrazione, Sig. Sindaco, non ci ha mai concesso udienza, ritenendo molto presuntuosamente di essere sempre bastevoli a Voi stessi e di non avere bisogno di alcun confronto e tantomeno dialogo. In proposito è giusto si sappia che, in almeno una circostanza, ci avevate assicurato che ci avreste incontrato. Cosa mai avvenuta! Anche il Presidente del Consiglio Comunale ci aveva garantito un consiglio comunale aperto sulle tematiche del lavoro. Anche quello, mai avvenuto!

Sulle accuse di speculazioni politiche rivolte al sottoscritto, che non avrebbe “titolo” a parlare delle problematiche del lavoro, nessun commento, ritenendole assolutissimamente incomprensibili oltre che inaccettabili.

Comunque, considerato che il Sindaco e la sua Amministrazione sembra non abbiano chiaro cosa intendiamo con la generica espressione “politiche del lavoro” riportiamo i dati critici, obiettivi e inoppugnabili, della situazione occupazionale di Sciacca:Terme, Albergo Macauda, Laterizi Fauci, chiusi; Edilizia ormai ferma da circa quattro anni. Contava migliaia di addetti per tutto il comparto; Il settore ittico conservieri fortemente in crisi. Per reggere il mercato molti imprenditori del settore hanno delocalizzare creando un numerosissimo bacino di disoccupati; Circa 140 precari in capo al Comune di Sciacca attendono da decenni la stabilizzazione.

A tutto questo va aggiunta la chiusura di tante piccole attività economiche, artigianali e commerciali, mentre tante altre hanno fatto ricorso agli accordi di solidarietà per sperare di superare la crisi. Settori che oltre a privare intere famiglie del reddito, hanno provocato la perdita di tanti posti di lavoro per un settore che, per quanto poco e mal retribuito, ha rappresentato comunque un ristoro per tanti giovani lavoratori.

Ultimo problema, ma non meno grave, è rappresentato dalla categoria dei lavoratori stagionali che con la legge del Jobs-Act, si sono visti ridurre del 50% la disoccupazione in un terra dove riuscire a trovare lavoro per sei mesi, per garantirsi la disoccupazione per altri sei mesi, è impresa improba, specie in una città come Sciacca dove il bacino degli stagionali è costituito da oltre 5.000 lavoratori e quasi sempre monoreddito”.

La nota di Zammuto si conclude dicendo che: “Rimane la speranza che alla nostra “equivoca” quanto “generica espressine” delle politiche del lavoro non si risponda con fumosi ed eterei risultati ottenuti e non percepiti, ma con programmi e progetti spiegati e resi riscontrabili ai cittadini, se non a questa C.d.L.”