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Legge & Diritto. Cassazione: L’autovelox va segnalato un chilometro prima, altrimenti la multa può essere annullata

Le multe per eccesso di velocità erogate tramite autovelox, non sempre sono da pagare. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con una sentenza nella quale specifica quando una multa va contestata

La Corte di Cassazione sez. II Civile, con l’Ordinanza n.25544 del 31 agosto 2023, ha  risolto la causa fra l’Unione dei Comuni e un automobilista il quale aveva ricevuto una sanzione di 550 euro a causa per aver superato i limiti di velocità consentiti, oltre ad aver subito una decurtazione dei punti della patente. L’Unione dei Comuni nel dibattimento ha portato avanti la tesi secondo la quale il cartello di segnalazione era stato piazzato ben oltre il chilometro previsto per legge prima dell’autovelox. La Cassazione invece ha rifiutato la tesi dell’ente locale dando ragione all’automobilista perché il dispositivo che rileva la velocità deve essere segnalato sempre un chilometro esatto prima dell’apparecchio. Pertanto la multa è stata eliminata.

La sentenza specifica che l’Autovelox dev’essere segnalato con diverse formule, è importante che queste siano chiare. I cartelli devono essere quindi leggibili, non devono presentare graffiti o altre alterazioni e le dimensioni devono consentirne la lettura. Inoltre terminato il tratto monitorato dal tutor è necessario che ci sia un ulteriore segnale che indichi la fine del controllo. Infine l’ordinanza n.25544/2023 specifica che il cartello dev’essere ripetuto dopo ogni intersezione, questo significa che è possibile fare ricorso, come anticipato, se l’autovelox è posizionato a meno di un chilometro dal cartello che indica il limite di velocità.

La Suprema Corte dunque ha stabilito che se il dispositivo non è segnalato un chilometro prima, la sanzione può essere annullata ed inoltre il cartello che segnala il rilevatore deve essere ben visibile.

Non è la prima volta che la Corte di Cassazione  decreta che gli autovelox devono essere visibili. Nello specifico, lo scorso anno gli ermellini hanno stabilito che la multa è nulla se l’Autovelox è nascosto, per esempio, nell’auto delle Forze dell’Ordine. Nella sentenza 4007/2022 sono considerati nulli anche i rilevatori nelle vetture non istituzionali ferme nelle piazzole di sosta o nascoste nella vegetazione, oppure senza il lampeggiante blu sul tetto acceso. Questa sentenza potrebbe finalmente sbloccare diversi ricorsi.

La sentenza 31 agosto 2023, apre le porte ai ricorsi, corroborati anche da un altro verdetto degli ermellini che nel 2022 avevano stabilito con chiarezza l’altro presupposto di validità degli autovelox, sia fissi che mobili: la visibilità. “Distanza e visibilità”, scrive la Cassazione, sono i “due requisiti che devono essere soddisfatti entrambi in modo autonomo e distinto affinché la rilevazione dell’infrazione dia legittima”.

Legge & Diritto è una rubrica a cadenza quindicinale.