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“Made in Italy” eccellenze da valorizzare: cucina,  moda, design, artigianato, paesaggi e beni architettonici

Il Made in Italy da valorizzare . E’uno dei simboli più importanti a livello globale, grazie alle sue eccellenze, dalla cucina, alla moda, al design, artigianato, paesaggi e beni architettonici


La nostra è una nazione ad altissima vocazione tecnica, scientifica, artigianale e manifatturiera, specialità che hanno contribuito allo sviluppo delle eccellenze, apprezzate nel mondo.

Anche sul piano storico la crescita, lo sviluppo e la creatività delle imprese attive tra gli anni Sessanta e Novanta hanno rappresentato un costante e crescente sviluppo di PMI e distretti industriali con posizioni di leadership in tutti i settori produttivi.
L’espressione “Made in Italy” si è trasformata da semplice marchio di origine ad un vero e proprio brand, divenuto sinonimo di “qualità e affidabilità”.

Nel mondo del marketing il Made in Italy è uno dei principali esempi del fenomeno per cui il consumatore attribuisce un valore positivo o negativo, a un prodotto o servizio, realizzato in un Paese o associato alle tradizioni del luogo, fortemente legato al luogo di origine e produzione.
Marchio e stile di vita quindi sono un’opportunità economica e diplomatica da non trascurare per promuove il ruolo di ambasciatori dell’Italia nel mondo dei nostri imprenditori che vivono e lavorano all’estero.

La promozione del marchio Italy, conosciuto e amato al mondo dell’eccellenza italiana in campo culturale,enogastronomico, del design, dell’architettura, del lusso e dell’imprenditoria, attraverso l’istituzione di una certificazione governativa che valorizzi i prodotti italiani, sul genere del marchio Doc è molto importante.

A tal proposito si rende necessario un efficace contrasto all’Italian sounding e ad ogni forma di falsificazione attraverso la creazione di una grande piattaforma online che funga da vetrina dei prodotti Made in Italy certificati e promozione del turismo commerciale di chi viene in Italia per acquistarli direttamente.

Per un’impresa, avere la possibilità di vendere prodotti con denominazione Made in Italy significa poter godere di un forte vantaggio rispetto alla concorrenza, grazie ai benefici che derivano da un’immagine tanto forte.

Ciò è ampiamente confermato da statistiche e proiezioni che annualmente vengono elaborate dai principali istituti: rapporto ICE e annuario Istat-ICE, dove viene indicato che le imprese esportatrici italiane hanno reagito prontamente durante e dopo la pandemia, facendo registrare per l’Italia tassi di crescita dell’export più sostenuti di quelli di altre grandi economie comparabili.

Già alla fine del 2021 l’export italiano aveva superato del 7,5 per cento i livelli pre-pandemia, e nei primi sei mesi del 2022 si registrò un’ulteriore crescita tendenziale del 22,4 per cento.
Il dato positivo, purtroppo, è stato danneggiato dall’inflazione che, dopo 30 anni, è tornata ad essere una delle variabili che sta caratterizzando l’evoluzione dell’economia globale e dai prezzi delle materie energetiche, i quali contribuiscono al forte rialzo del valore delle importazioni e si riflettono sul deterioramento dell’avanzo commerciale.

Tradizionalmente il nostro Paese è comunque forte perché il Made in Italy non si traduce solo in produzione ed esportazione di materie prime e lavorati, ma possiede anche un valore attrattivo rilevante. Prodotti genuini, vino e cibo in zone autentiche sono le prime motivazioni di viaggio verso l’Italia, al primo posto tra gli elementi di soddisfazione per i turisti stranieri.

Il successo del turismo rurale si afferma con le degustazioni di prodotti tipici e visite in vigne e cantine associate, alla qualificazione e allo sviluppo dell’enoturismo. L’attrattiva del vino, ad esempio, per i turisti stranieri diretti in Italia coinvolge soprattutto un target medio alto, informato e sensibile al paesaggio, alla gastronomia tipica e all’arte.

Per la valorizzazione dei territori italiani in sintonia – pubblico-privato – hanno un ruolo importante. Il miglioramento delle strutture ricettive e di accoglienza, la creazione di iniziative quali corsi di cucina e degustazione, e l’organizzazione di concerti, eventi culturali, workshop, seminari sulle tradizioni locali, momenti di promozione e comunicazione hanno permesso una crescita del fenomeno.

In Italia sono molti gli eventi enogastronomici consolidati e di respiro internazionale che coinvolgono appassionati di tutto il mondo, che soggiornano nel territorio per approfondire la conoscenza delle prelibatezze enogastronomiche locali, oltre ovviamente alle tipiche sagre.
Anche gli eventi non gastronomici, quali festival musicali, teatrali, cinema, sportivi, rievocazioni storiche e religiose, mostre e musei, concorsi e competizioni sportive dedicano importanti momenti all’enogastronomia, che sono la linea guida e raccordo irrinunciabile di ogni iniziativa.
Certamente il settore turistico, assieme a quello delle imprese, costituisce un volano per l’intera economia nazionale. I dati della Banca d’Italia del 2021 è stato un periodo di parziale ripresa dopo il crollo dell’anno precedente.

Sempre sulla base dell’indagine della Banca d’Italia la spesa dei viaggiatori stranieri nel nostro paese è tornata a crescere del 23%, dopo la contrazione del 61% nel 2020. Infatti le entrate turistiche dall’inizio dell’estate 2021,hanno registrato una progressiva ripresa di 3,9 miliardi di euro, contribuendo per un terzo all’espansione delle esportazioni complessive di servizi a prezzi correnti. Nel primo trimestre dell’anno appena trascorso le entrate turistiche hanno recuperato ulteriormente; quelle dai Paesi della UE sono tornate ai valori pre-pandemici.

In sintesi necessita valorizzato il sistema produttivo fondato sulla micro, piccola e media impresa. Le microimprese da 3 a 9 addetti costituiscono il tessuto nevralgico della produzione nazionale (quasi il 95 per cento del totale), affiancato dalle piccole imprese (tra 10 e 49 addetti), con numeri molto più ridotti per quanto riguarda le grandi imprese.

Da non dimenticare il comparto della nautica, un settore di eccellenza del Made in Italy, sia per le caratteristiche intrinseche delle imbarcazioni italiane, esportate in tutto il mondo, sia per la sommatoria di elementi primari che si riferiscono al «bello» e «ben fatto», fra cui arredi, elementi tessili, oggetti per la casa e per l’esterno e prodotti di design, frutto di un’artigianalità esemplare portata avanti da una manodopera specializzata unica.
Per quanto riguarda lo scenario complessivo, nel confronto europeo, il sistema produttivo italiano si caratterizza per avere la popolazione d’imprese più numerosa.

È evidente che l’imprenditoria italiana necessiti di supporto affinché i dati positivi possano mantenersi stabili e crescere nel tempo. Risulta, pertanto, di fondamentale importanza la individuazione di qualche ostacolo che frena la crescita. Quello più diffuso, con un’incidenza del 30% o superiore, gli oneri amministrativi e burocratici e l’accesso al credito. Poco meno del 20 per cento delle imprese lamenta la carenza di domanda e il contesto socio-ambientale e intorno al 10 per cento le difficoltà di acquisizione del personale e le competenze interne all’azienda.

I dati sono dimostrati anche dalla valutazione della Banca Mondiale che vede l’Italia 128esima al mondo in quanto a burocrazia e complicazione del sistema economico fiscale. ciò si aggiunga che lo scoppio della guerra in Ucraina ha accelerato la crisi energetica iniziata nel 2021, generando segnali recessivi che influenzano negativamente la competitività delle imprese.