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Manovra. Il Governo pone la fiducia e conta di approvarla prima di Natale: le opposizioni lasciano l’Aula per protesta

Il governo ha posto la fiducia sul testo della manovra economica alla Camera, Pd, Avs, M5s e Terzo Polo al momento del voto per protesta escono dall’aula

“Tra mille difficoltà, anche di rodaggio, con giorni complessi e nonostante tutto quello che si può e si dovrà migliorare” commenta soddisfatta la premier Giorgia Meloni aggiungendo che “rispetto a chi auspicava e prefigurava una partenza di questa maggioranza e di questo governo come una catastrofe, tutto il racconto che è stato fatto su di noi sta loro tornando indietro come un boomerang”.

Meloni è soddisfatta del testo della legge di Bilancio, ma consapevole che le opposizioni la pensano diversamente, per non correre il rischio di andare in “esercizio provvisorio, ha posto la fiducia nell’aula della Camera. Oggi l’iter parlamentare ripartirà con le votazioni e poi alle 20,30 ci sarà il voto di fiducia, seguito dagli ordini del giorno e le mozioni.

I tempi per arrivare all’approvazione prima di Natale sono strettissimi e la maggioranzasi prepara ad nuova maratona notturna per arrivare al voto finale nella mattina del 24 dicembre. Poi la palla passerà al Senato dove si prevede l’approvazione definitiva tra il 27 e 28 ed evitare l’incubo dell’esercizio provvisorio dal 1 gennaio.

Ieri è stata un’altra giornata con diversi stop in aula, il testo è ritornato in Commissione a causa delle dispute animate tra maggioranza e opposizioni. Infine nel tardo pomeriggio la Commissione Bilancio della Camera ha dato via libera alle modifiche al testo della manovra richieste dalla Ragioneria dello Stato, anche se i tecnici hanno sollevato 44 rilievi su alcune misure perché prive di adeguata copertura finanziaria. Inoltre è stato stralciato un emendamento, approvato erroneamente nei giorni scorsi, che attribuiva fondi agli enti locali che devono ripianare il loro disavanzo, perché creava un saldo negativo di bilancio da ben 450 milioni.

Le opposizioni aspramente bocciano il testo licenziato dalla commissione Bilancio della Camera, tanto che durante la Commissione serale, M5s, Pd, Terzo Polo e Avs,al momento del voto per protesta su una serie di misure, escono fuori dall’aula. L’emendamento di maggioranza più contestao è quello che sdogana la caccia alla fauna selvatica nei parchi urbani, a partire dai cinghiali, approvato come ultimo testo alle 6.30 di mercoledì mattina prima del mandato ai relatori. Le opposizioni contestano che si tratti di una materia estranea alla legge di bilancio che potrebbe sdoganare situazioni di pericolo all’interno delle città.