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Medvedev: l’Ucraina sarà divisa tra Russia, Polonia, Romania e Ungheria e mostra la nuova mappa

“Uno degli ex leader ucraini ad un certo punto ha detto che l’Ucraina non è la Russia. Questo concetto deve scomparire per sempre. L’Ucraina è sicuramente Russia”

Lo ha detto Dmitrij Medvedev tra gli applausi in un vestito blu con collo alla coreana. L’ex presidente e premier russo, attualmente vicepresidente del Consiglio di sicurezza, avrebbe dovuto tenere una lectio all’Università Sirio nell’ambito del Festival della Gioventù di Sochi, ma il suo intervento si è trasformato in una delle sue solite invettive.

Il messaggio all’Occidente di Medvedev è chiaro: “L’Ucraina è sicuramente Russia” e per chiarire qualsiasi dubbio ha mostrato una mappa nella quale i confini della Russia si estendono fino a includere gran parte dell’Ucraina orientale e centrale e la sua costa orientale e meridionale sul Mar Nero. All’Ucraina non resta che una porzione di territorio attorno a Kiev, senza sblocco sul mare. Parte dell’Ucraina occidentale è invece divisa tra Polonia, Romania e Ungheria.

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza, aveva già pubblicato questa mappa sul suo profilo Telegram nel luglio 2022, scrivendo che era così che presunti “analisti occidentali” vedevano il futuro dell’Ucraina senza citarne i nomi. Dunque nullo di nuovo, anche perché la frammentazione dell’Ucraina è uno dei cavalli di battaglia del presidente Vladimir Putin che ha spesso detto che l’Ucraina è composta da terre russe, polacche, rumene e ungheresi. L’ultima volta nel dicembre scorso, quando intervenendo al consiglio del Ministero della Difesa il leader russo disse: “Molti residenti dell’Ucraina occidentale vogliono che i loro territori ritornino alla Polonia, alla Romania o all’Ungheria, e solo la Russia può essere garante dell’integrità territoriale dello Stato ucraino”.

Anche il capo dei servizi segreti esteri russi, Sergej Naryshkin, ha detto che “gli Stati Uniti e la Polonia stanno sviluppando un piano per stabilire il controllo di Varsavia sui suoi “possedimenti storici” in Ucraina”. Secondo Medvedev, quelle che ha chiamato parti storiche della Russia, i territori su entrambe le sponde del fiume Dnipro sono “parte integrante dei confini storici strategici russi, quindi tutti i tentativi di modificarli con la forza, di tagliarli sul vivo, sono condannati”. Devono “tornare a casa”.

Infine Medvedev ha detto che le relazioni attuali con gli Stati Uniti, sono le “peggiori persino rispetto alla crisi missilistica cubana del 1962” ed ha invitato gli oppositori di Mosca a “mettersi in testa” che “la Russia non ha bisogno della terra di qualcun altro, ma non rinuncerà alla propria” ed ha inoltre assicurato che la Russia porterà avanti quella che definisce la sua “operazione militare speciale” finché l’altra parte non capitolerà e ha escluso colloqui di pace con l’attuale governo ucraino guidata dal presidente Volodymyr Zelensky. “Nessuna ‘formula Zelensky’ potrà mai costituire la base per un accordo. Perché viene fatto questo? Questo viene fatto solo per ottenere più armi”.