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Migranti Meloni accusa la Germania: “Non si può fare solidarietà con i confini degli altri”

La premier Giorgia Meloni accusa la Germania: “Non si può fare solidarietà con i confini degli altri”, riferendosi al fatto che Berlino sovvenziona diverse Ong e poi fa scaricare i migranti in Italia

Chi pensa che il problema dei migranti “possa essere rinchiuso entro i confini di una nazione europea prende un abbaglio. Senza risposte strutturali prima saranno travolte le nazioni di primo approdo, ma poi tutti quanti verranno travolti da questo problema”. Queste le parole della premier Giorgia Meloni al termine del vertice Med9, che ha riunito a Malta i leader dei Paesi Ue affacciati sul Mediterraneo.

Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro, Slovenia e Croazia, oltre alla stessa Malta e all’Italia, il Paese che più “soffre” la pressione migratoria. Ma la questione coinvolge tutti: “Ribadiamo che l’unico modo per affrontare seriamente il problema migratorio a partire da chi ha davvero diritto alla protezione internazionale è ricondurla alla legalità- sottolinea Meloni-. In Europa non si entra illegalmente, non sono i trafficanti a decidere”. Poi “bisogna dare risposte serie a un’Africa sempre più in difficoltà. Nella dichiarazione finale (del vertice ndr) ci sono molti elementi seri e concreti, molti suggeriti dall’Italia. Il vertice ribadisce che la strada da seguire per il contrasto all’immigrazione illegale è la lotta senza quartiere ai trafficanti e andare alle cause dell’immigrazione” per “offrire altre risposte”.
“Non si può fare solidarietà con i confini degli altri”

Ma il bersaglio di Giorgia Meloni è Berlino: “Ieri la Germania è arrivata con alcuni emendamenti. Uno in particolare suo, ma per noi rappresenta un passo indietro quello che riguarda il tema delle organizzazioni non governative. Però non si può fare la solidarietà con i confini degli altri”, spiega Giorgia Meloni.

Solo pochi giorni fa il presidente francese ha aperto ad una gestione europea dell’emergenza migranti a Lampedusa, perché “non possiamo lasciare sola l’Italia”. Una mano tesa arrivata nelle ore in cui si riapriva la tensione tra Roma e Berlino, dopo che la Germania ha deciso di sostenere economicamente la ong Sos Humanity, impegnata nei salvataggi in mare.

“Sosteniamo il piano in 10 punti presentato dalla Commissione europea e proponiamo ai colleghi di implementarlo al più presto” dice Macron, durante le dichiarazioni finali. “Quella dell’immigrazione è una situazione eccezionale, specialmente quella che ha toccato Lampedusa. Ci deve essere una risposta europea unica, tutti dobbiamo dare solidarietà all’Italia e ai primi porti di approdo. Riguarda l’Italia, la Spagna e la Grecia”. E ancora: “Nell’incontro con Giorgia Meloni e la presidente della Commissione abbiamo proposto ai nostri colleghi di mettere in atto e implementare questi 10 punti per finalizzare le cose”.

Il Consiglio Ue doveva trovare un accordo sull’ultima parte ancora controversa del Patto Ue su Immigrazione e Asilo, ma l’avallo di Berlino al testo di compromesso per un nuovo patto presentato dalla Spagna ha sparigliato ulteriormente le carte e aumentato le tensioni. Il nodo che rimane è quello di escludere i salvataggi delle ong da situazioni di strumentalizzazione della migrazione da parte dei Paesi terzi e l’Italia ha preso tempo. Roma si è detta “sorpresa” che, proprio mentre a Bruxelles era in corso il vertice decisivo, nel Mediterraneo navigavano 7 navi gestite dalle ong e battenti bandiera tedesca, delle quali quattro in area Sar italiana. “La notizia delle 7 navi delle ong battenti bandiera tedesca conferma i nostri timori. E’ una coincidenza? Cosa c’è dietro? C’è un interesse elettorale? Di altro tipo? Non può essere, è una cosa che non funziona. Qualcuno forse vuole impedire che ci sia un accordo? C’è veramente molto stupore”, sono state le parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani proprio da Berlino, dove ha incontrato la sua omologa Annalena Baerbock.

Intanto, a Bruxelles, si è levata una voce polemica contro la decisione del governo tedesco sui fondi alle ong. Il leader del Ppe, Manfred Weber, interviene sul rinnovato stallo sul dossier migrazione, critica la scelta del suo governo e si schiera con Meloni e Tajani, suo collega di partito nel Ppe. “Le azioni unilaterali delle ong tedesche non aiutano l’accordo sui migranti” scrive in un tweet, che in un batter d’occhio fa il giro dei palazzi della politica italiana.

Difficilmente il leader dei popolari si muove a caso e la sua mossa, oltre che pungolare gli avversari politici al governo tedesco, ha un obiettivo di fondo: ridurre le distanze tra la destra dialogante e i moderati filo-Ue su un tema, quello della migrazione, sul quale gli europeisti si giocano molto alle prossime Europee.

Non è certo un caso che Ursula von der Leyen e Charles Michel non abbiano proferito parola sulla querelle tra Italia e Germania. Il rischio che il regolamento sulle crisi, e quindi l’intero Patto sui migranti, si infili in un cul de sac è altissimo. E la lancetta dell’orologio europeo mostra chiaramente la dead line per l’approvazione formale del Patto, ovvero le primissime settimane della presidenza belga, che comincerà a gennaio. Poi, l’Europa sarà travolta da una campagna elettorale dove ogni dossier può diventare una potenziale bomba a orologeria. “Possiamo ridurre l’immigrazione illegale solo se lavoriamo insieme- aggiunge Weber-. Tutti devono compiere uno sforzo per lavorare sull’adozione del Patto sulla migrazione”, è il messaggio. Contemporaneamente, la Commissione Ue, senza prodursi in un alcun rischioso commento, sottolineava un concetto che di certo al governo italiano non è dispiaciuto: “L’obiettivo deve essere quello di salvare vite, è importante che le Ong coordinino le loro attività con le autorità statali”, ha spiegato una portavoce dell’esecutivo europeo.

Nel compromesso spagnolo negoziato con la Germania non c’è, invero, una normativa ad hoc sulle ong. Il testo si limita a escludere le loro attività in mare da quelle situazioni di strumentalizzazione della migrazione che farebbero scattare il regolamento sulle crisi. Ma il tentativo di mediazione è fallito. E’ probabile che se ne parli a margine del vertice di Granada di giovedì e venerdì prossimi, che vede sul tavolo il dossier migrazione. E’ lì che i vertici europei puntano a schiarire l’orizzonte della trattativa, per arrivare a un’intesa al massimo al Consiglio Affari Interni del 19 ottobre.