⦿ Ultim'ora

Nei documenti rubati traspare il pessimismo Usa sulla guerra in Ucraina: mancano armi, offensiva a rischio

Tra le centinaia di carte top secret pubblicate on line, spicca una nota allarmata del Pentagono: l’esercito ucraino rischia di rimanere a secco entro maggio del 2023 e la tanto stronbazzata offensiva di primavera, per Zelensky potrebbe restare solo un “sogno”

Washington non è molto convinta della possibilità che Kiev riesca a riprendersi i territori oggi in mano ai russi. È quello che traspare dai documenti “top secret” diffusi via Internet dalla talpa, Jack Teixeira, ma la cosa potrebbe non dispiacere a Volodymyr Zelensky, perché gli darebbe ragione sui suoi ripetuti appelli con cui ha chiesto di più armi e con urgenza. In realtà la notizia che le forze ucraine sono a secco di armi e munizioni era nota da tempo, il grosso del materiale filtrato infatti, secondo la ricostruzione del Washington Post, risalirebbe al periodo tra l’inizio di febbraio e metà marzo 2022.

In queste carte segrete ormai divenute pubbliche, spicca una nota allarmata del Pentagono: l’esercito ucraino rischia di rimanere a secco entro maggio del 2023. la nota conferma ciò che dice dall’inizio dell’anno il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin agli alleati, sollecitandoli a velocizzare le consegne dei nuovi ordigni, in particolare missili per la contraerea e proiettili per l’artiglieria.

A ulteriore conferma che le carte dicano il vero, c’è quanto ampiamente discusso nel vertice nella base tedesca di Ramstein, il 20 gennaio del 2023, quindi diverse settimane prima che la “talpa”, Jack Teixeira, postasse i dispacci per la sua comunità di giocatori online. In quel contesto Austin convocò il “Gruppo di contatto”, formato dai ministri della Difesa dei 54 Paesi che sostengono militarmente gli ucraini e con fermezza li avvertì che i cannoni e le batterie della difesa antiaerea stavano finendo i colpi. Anche Zelensky, in video collegamento, parlando della controffensiva di primavera, confermò le difficoltà e disse che “il tempo” era un fattore strategico ed essenziale, quindi, bisognava accelerare le forniture.

Ed è proprio la controffensiva di primavera che preoccupa gli analisti dell’amministrazione Biden, che il 22 febbraio 2023, scrivono che il successo dell’annunciata riscossa ucraina appare molto improbabile. Ma ad analizzare i fatti, appare evidente che già a margine del summit di Ramstein, il 20 gennaio scorso, lo scetticismo era già affiorato pubblicamente, nel corso della conferenza stampa infatti, il capo di stato maggiore, Mark Milley, ha sottolineato: “È difficile immaginare che da qui a dicembre gli ucraini riusciranno a liberare i territori occupati dai russi, a partire dal 24 febbraio 2022”.

Il 15 marzo scorso però, sempre Austin mostrò più ottimismo, forse per non scoraggiare gli alleati e nell’ennesima riunione del “Gruppo di contatto” disse: “Stiamo assemblando le armi e i mezzi necessari per consentire all’Ucraina di riconquistare il territorio occupato e di sconfiggere l’armata putiniana”.

Parole incoraggianti, ma nei fatti ad oggi si continua a discutere sulle reali possibilità dell’annunciato contrattacco pianificato dagli ucraini con il decisivo appoggio degli americani, che dalla primavera è passato “all’estate”. L’unica certezza è che Zelensky non ha ancora a disposizione i mezzi militari necessari, mentre i russi continuano giornalmente a lanciare centinia di missili.