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Niger: Nigeria pronta a entrare in conflitto. Supporto ai golpisti da Mali, Burkina Faso, Algeria e Wagner

Nel territorio del Niger già presenti 1500 soldati francesi e 1000 americani, con una base aerea da cui partono i droni Reaper. I golpisti intanto stanno chiedendo il pieno supporto militare della compagnia militare Wagner di Prigozhin, Mosca non fa ancora la sua mossa

Situazione sempre più tesa in Niger – ex colonia francese, 7° produttore di uranio al mondo e strategica per Parigi – dopo il colpo di stato che ha portato al governo il generale delle guardie presidenziali Abdurahmane Tchiani, salito ufficialmente al potere il 28 luglio scorso, dopo aver deposto il presidente Mohamed Bazoum.

Come avevamo scritto, già ieri Burkina Faso – il cui colpo di stato in chiave anti-francese ha suscitato molto scalpore negli scorsi mesi – e il Mali hanno fatto sapere che considereranno qualsiasi intervento militare in Niger come una “dichiarazione di guerra” contro di loro. Allo stesso tempo, oggi si viene a sapere che anche Guinea, e soprattutto Algeria si oppongono fermamente a qualsiasi invasione armata del Niger.

Algeri ha già iniziato a rafforzare le misure di sicurezza e ad innalzare lo stato di allerta al confine con il Niger, con le forze della sesta regione militare al confine poste in stato di allerta. Da quanto si apprende, in caso di possibile intervento in Niger, si stanno sviluppando piani per assistere l’attuale amministrazione militare.‌‌

A supporto di questa tesi vi è anche un’aspetto non di poco conto: il capo di stato maggiore dell’esercito algerino si è recato in Russia per incontrare il ministro della Difesa Sergey Shoigu‌‌. E i contatti con la Russia non sono certi finiti qui: il giornalista di France 24, Wassim Nasr su Twitter ha scritto che “secondo due fonti maliane l’ex Capo di Stato Maggiore del Niger – ed attualmente vice capo della giunta golpista – Mody è a Bamako – capitale del Mali –  per richiedere un rapido dispiegamento del Wagner Group PMC a Niamey – capitale del Niger – , qui in partenza dall’aeroporto con la delegazione della giunta golpista“. A corredo, Nasr ha pubblicato una foto dove si vedrebbe la delegazione ed il generale Mody.

Insomma, sembra che ai golpisti del Niger non manchino amici: dal 1° agosto 2023 sono state infatti riaperte le frontiere del Niger con Algeria, Burkina Faso, Mali, Libia e Ciad.

La versione di Mosca

La Russia, considerata marionettista non solo del golpe in Niger, ma a capo di tutte le rivolte anti-francesi dell’Africa ancora – di fatto – colonia di Parigi, mantiene una certa calma nelle dichiarazioni: Maria Zakharova ha detto che “la minaccia della forza contro il Niger non contribuirà alla risoluzione del conflitto”.

La rappresentante del ministero degli Esteri russo ha aggiunto che la Federazione Russa ritiene estremamente importante prevenire la degenerazione della situazione in Niger e vuole farsi promotrice per l’organizzazione di un dialogo nazionale. Anche Dimitry Peskov ha dichiarato che la situazione in Niger è motivo di grave preoccupazione per tutti i partecipanti al recente vertice Russia-Africa.

La minaccia concreta di conflitto: la Nigeria

Malgrado il Comitato dei capi di stato maggiore della difesa (CCDS) della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS – CEDEAO) si sta riunendo ad Abuja dal 2 al 4 agosto 2023 sulla situazione politica nella Repubblica del Niger, una mediazione appare tutt’altro che cosa facile. Da quanto si apprende è stato chiesto di mandare una delegazione dell’organizzazione per negoziare con i golpisti, non è dato sapere quale sia la risposta di Niamey.

Quello che si sa per certo è che la Nigeria è letteralmente sul piede di guerra. L’alimentazione elettrica dalla Nigeria al Niger sulla linea di trasmissione Birkin-Kebbi da 80 MW è scesa a zero, afferma un documento della utility statale del Niger, secondo la Reuters.

Il presunto documento apparso sui social che proverebbe l’intenzione della Nigeria di entrare in conflitto armato.

Intanto sul web è trapelato un presunto documento interno dell’esercito della Nigeria che sembra confermare che le forze armate della Nigeria sono pronte ad entrare in Niger.

La Francia e gli Stati Uniti in Niger

Parigi – che ha già dichiarato di aver già rimpatriato 262 persone da Niamey, tra cui 12 neonati – ha già visto la sua ambasciata assaltata nei giorni scorsi, così come il blocco delle esportazioni di uranio e oro dal Niger. E’ tuttavia evidente che Macron e l’Eliseo non siano pronti a perdere Niamey e per questo alcuni analisti già sostengono che la Francia si stia preparando a una campagna militare, ufficiale o meno.

La posta in gioco per Parigi è troppo alta e Macron può già contare su circa 1.500 militari francesi di stanza in Niger, oltre a un contingente americano di circa 1.000 unità con una base aerea sempre nel territorio del Niger da cui partono i droni Reaper.

La base americana in Niger.

Si tratta della base AFB 201 della US 409th Air Expeditionary Force, una delle basi più costose della US Air Force da cui partono i voli dei droni MQ-9 Reaper di intelligence, sorveglianza e ricognizione già dal 2019. La base di trova vicino alla città di Agadez, nel Niger centrale, e pare che i golpisti abbiano già ordinato di sospendere tutti i voli militari dalla base americana.

Certamente, trasferire truppe di rinforzo con una certa velocità non sarebbe impossibile per Parigi – a cui il Niger veramente serve -, tuttavia non tutto sembra poter filare liscio.

Come già detto, i leader del Mali e del Burkina Faso hanno già dichiarato che interverranno al fianco delle nuove autorità del Niger, e probabilmente, come già detto, al loro fianco ci potrebbero essere le truppe della PMC Wagner di Yevgeny Prigozhin già di stanza in Mali. Macron dovrà quindi riflettere sul rischio che questa possa non essere “una passeggiata di salute” per la Francia, ma una grande guerra prolungata in Africa occidentale, che con il fronte ucraino già aperto potrà solo peggiorare le condizioni di sicurezza globali.