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Oggi si vota in Abruzzo, D’Amico centrosinistra sfida l’uscente Marsilio del centrodestra che teme una nuova “Sardegna”

Dalle 7 alle 23 di oggi domenica 10 marzo oltre un milione e 200 mila abruzzesi voteranno per eleggere il nuovo presidente della Regione: per i sondaggi tra i due contendenti c’è solo un punto di scarto


Una partita che fino a un mese fa sembrava già chiusa a favore del centrodestra, dopo la vittoria della candidata del Campo largo in Sardegna, Alessandra Todde, è stata rimessa in discussione e il voto di oggi si è trasformato in un nuovo test per il governo Meloni verso la corsa alle Europee.

Sfida aperta dunque tra il presidente della Regione uscente, Marco Marsilio, 56 anni, laurea in Filosofia, sostenuto dal Centrodestra, FdI, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, UdC e Dc con Rotondi, più la civica Marsilio Presidente, e Luciano D’Amico, candidato del Campo larghissimo, Pd+M5S+Avs con Democrazia Solidale e Psi, esteso anche ad Azione di Calenda e +Europa, formazioni quest’ultime che in Sardegna appoggiavano le liste di Renato Soru. Una coalizione di sinistra-centro la più ampia possibile, alla quale si deve aggiungere anche Italia Viva, anche se il leader Matteo Renzi ha tenuto a precisare che a lui il “campo largo” non interessa “perché si votano le persone”, e la civica Abruzzo Insieme. Distinguo che non cambia la direzione del voto.

Si vota solo oggi dalle 7 alle 23 e lo spoglio inizierà poco dopo la chiusura dei seggi e andrà avanti per tutta la notte. Si vota in 305 comuni mentre il totale degli aventi diritto al voto è pari a 1.208.276. A differenza della Sardegna non è consentito il voto disgiunto. L’espressione del voto è valida se si mette la croce solo sul candidato presidente, solo sulla lista (e in questo caso il voto si estende al presidente) o si esprime la preferenza a un candidato o candidata di una determinata lista. L’espressione in quest’ultimo caso si estende anche al governatore collegato. Vince chi ottiene il 50 per cento più uno dei voti validi. La legge elettorale prevede che ogni lista per poter piazzare un eletto dovrà raggiungere almeno il 2% dei voti se è in coalizione, oppure il 4% se si presenta in solitaria. Al governatore che vince viene assegnato un premio di maggioranza.