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Prigozhin: “Figlio del portavoce del Cremlino Peskov ha combattuto con la Wagner in Ucraina”

Il 33enne ha combattuto sotto falso nome per ovvi motivi di sicurezza, ma il capo della Wagner ha sottolineato: “da soldato semplice, con il fango e la m*rd* alle ginocchia, operando un lanciarazzi Uragan. Sono in pochi a farlo”

Prigozhin parla di Peskov

Il capo della Wagner Yevgeny Prigozhin ha dichiarato oggi che il figlio del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha prestato servizio come artigliere nel Wagner PMC.

Nikolai Peskov in due foto: una con il padre Dimitry e l’altra in ucraina con la divisa ed il fucile in mano.

Secondo Prigozhin, Nikolai Peskov è stato arruolato nell’ “Orchestra” con un nome e cognome falsi – per ovvi motivi, diversamente sarebbe diventato un bersaglio – ed ha seguito un addestramento di tre settimane per poi prestare servizio nell’equipaggio di un Uragan MLRS.

Secondo il capo della Wagner il figlio di Peskov ha lavorato “minuto per minuto”, mostrando “coraggio ed eroismo”.

Prigozhin dice inoltre che il giovane è stato arruolato nei ranghi Wagner su richiesta del padre: “Di tutte le mie conoscenze, solo una, Dmitry Sergeevich Peskov, una volta considerato un totale liberale, mi ha parlato di suo figlio, che aveva trascorso parte della sua vita in America, o forse in Inghilterra. Mi ha detto, ‘perché non lo prendi, come soldato semplice’, e ha prestato servizio come chiunque altro. Da soldato semplice, con il fango e la merda alle ginocchia, operando un lanciarazzi Uragan. Sono in pochi a farlo”.

Un Uragan MLRS da 220mm russo in Ucraina

Le parole di Prigozhin, certamente interessanti, dato che il figlio del Portavoce del Cremlino non si è arruolato con l’esercito russo, ma con la PMC Wagner, sono comunque state accolte con una certa freddezza dalla stampa occidentale.

La stampa occidentale nei mesi scorsi aveva infatti usato proprio il figlio di Peskov come parte della propaganda anti-russa grazie alla “telefonata trappola” fatta da Dmitry Nizovtsev, membro della ong anti-corruzione di Navalny, che aveva chiamato Nikolai Peskov fingendosi dell’ufficio militare di registrazione e arruolamento chiedendogli di presentarsi alla visita medica di rito prevista prima dell’arruolamento. Il giovane Peskov infatti aveva già prestato servizio in passato nelle Forze missilistiche strategiche della Federazione Russa – un corpo militare indipendente dalle Forze armate di Mosca e specializzato nell’impiego di sistemi d’arma nucleari.

Il ragazzo aveva risposto che avrebbe “risolto la questione ad un livello diverso”, affermando inoltre che voleva capire meglio il motivo di quella telefonata che evidentemente gli era da subito apparsa strana: “Non ho problemi a difendere la mia patria, – aveva detto – ma necessito di capire la ragione del mio essere chiamato: farò quello che mi verrà detto”.

La notizia di oggi fuga dunque ogni dubbio sulla presunta “paura” e sul fatto che il figlio di Peskov avrebbe voluto usare l’autorità del padre per evitare di andare a combattere in Ucraina. Il ragazzo in Ucraina c’è andato ed ha combattuto, e che lo ha fatto con la Wagner potrebbe essere motivo di discussione, ma la stampa occidentale aveva già usato il figlio di Peskov per diffondere un’altra “narrazione”.