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Salute & Benessere. Acufene, scoperto un nuovo trattamento promettente

L’acufene è la percezione di un rumore (fischio, ronzio, scroscio) di varia intensità, intermittente o continuo, in assenza di un reale stimolo acustico

Più che una patologia, l’acufene è un sintomo di potenziali malattie dell’orecchio interno o più frequentemente di malattie neurologiche. Una forma severa di acufene comporta spesso una riduzione dell’udito, compromettendo così la qualità della vita di chi ne soffre.

Si stima che in Italia ne siano colpite quasi 6 milioni di persone, di cui circa 400mila in maniera severa. Il disturbo può interessare individui di qualsiasi età, anche se i casi diagnosticati nei bambini sono rari. In base alla sua durata è possibile distinguerne tre tipologie:

  • Acuto se persiste fino a tre mesi;
  • Subacuto se persiste fino a sei mesi;
  • Cronico se persiste da più di sei mesi.

Le cause dell’acufene

Si suole distinguere l’acufene neurale o primario quando il suono sorge in una delle aree uditive e quello somatico o secondario quando, invece, quando il suono è generato in una struttura del corpo adiacente all’orecchio. Numerose possono essere le cause del disturbo:

  • Sindrome di Ménière;
  • Infiammazione di orecchio, naso e seni paranasali;
  • Cerume;
  • Traumi alla testa e al collo;
  • Neurinoma acustico;
  • Tumori glomici;
  • Sordità improvvisa per motivi virali o vascolari;
  • Disallineamento mandibolare;
  • Danno all’apparato uditivo per rumori intensi.

La sindrome di Ménière  le cui cause scatenanti sono al momento sconosciute è stata inserita perché da segnali inequivocabili. Vicino all’orecchio interno sono presenti i canali semicircolari che consentono al nostro corpo di mantenere l’equilibrio e muoverci con stabilità . In caso di squilibri in quest’area arrivano al cervello segnali sbagliati che portano nel corso del tempo ad altri disturbi come:

  • vertigini a volte molto forti;
  • perdita dell’udito permanente;
  • acufeni molto intensi e fastidiosi;

Il consiglio è di sottoporsi in caso di dubbi a una visita specialistica che aiuti il paziente a capire la sua situazione e come risolverla.

Gli scienziati del Kresge Hearing Research Institute dell’Università del Michigan hanno messo a punto un dispositivo volto a silenziare i suoni fantasma dell’acufene. I risultati sono promettenti. In particolare Susan Shore, professoressa del Dipartimento di Otorinolaringoiatria della Michigan Medicine e dei Dipartimenti di Fisiologia e Ingegneria Biomedica dell’UM, ha focalizzato l’attenzione sulle modalità con cui il cervello elabora le informazioni bisensoriali e su come questi processi possono essere sfruttati per la stimolazione personalizzata finalizzata al trattamento del disturbo.

Lo studio clinico randomizzato in doppio cieco, pubblicato su JAMA Network Open, ha coinvolto 99 individui con acufene somatico, una forma in cui i movimenti come stringere la mascella o applicare pressione sulla fronte provocano un notevole cambiamento nel tono o nel volume dei suoni sperimentati.

Dopo l’iscrizione i partecipanti hanno ricevuto un dispositivo portatile per uso domestico. I dispositivi sono stati programmati per presentare lo spettro dell’acufene personale di ciascun soggetto. Questo è stato combinato con la stimolazione elettrica per formare uno stimolo bisensoriale. I pazienti sono stati assegnati in maniera casuale a due gruppi. Il primo ha ricevuto un trattamento bisensoriale. Il secondo, invece un trattamento di controllo.

I risultati

Per le prime sei settimane i pazienti sono stati istruiti a utilizzare i loro dispositivi bisensoriali per 30 minuti ogni giorno. È seguita una pausa di sei settimane. Per altre sei settimane, infine, sono stati utilizzati i dispositivi di controllo. Ogni settimana i partecipanti hanno completato l’indice funzionale dell’acufene e l’inventario dell’handicap dell’acufene. Essi, inoltre, hanno valutato l’impatto giornaliero del disturbo.

Il team ha scoperto che il trattamento bisensoriale è stato associato a un miglioramento della qualità della vita e a riduzioni significative del volume del suono molesto. Tuttavia questi effetti non sono stati osservati quando si riceveva la stimolazione solo sonora. Dopo sei settimane di trattamento attivo, oltre il 60% dei pazienti ha riportato un importante ridimensionamento dei sintomi dell’acufene.

La ricerca continua, ma secondo Shore, questo studio apre la strada all’uso della stimolazione bisensoriale personalizzata come trattamento efficace per l’acufene, un problema questo che condiziona l’esistenza di milioni di persone.