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Salvini aveva promesso di togliere il Canone Rai, Giorgetti invece vuole farlo pagare ai possessori di smartphone

Salvini aveva promesso che avrebbe tolto il canone Rai, ma il ministro Giorgetti lo smentisce, esclude questa possibilità e ipotizza di farlo pagare ai possessori di smartphone


Questo governo ha fatto suo il detto della sinistra, “pagare le tasse è bello”, con l’unica differenza che per Meloni & C. a pagarle deve esser il popolo, mentre alle grandi aziende regala condoni. Va esattamente in questa direzione la proposta del ministro dell’Economia Giorgetti, che per risanare la voragine dei debiti della Rai, vorrebbe fare pagare il Canone ai possessori di smartphone, enormemente più numerosi dei possessori di una Tv.

L’obiettivo è di ridurre l’indebitamento della Tv di Stato, ormai schizzato a quota 550 milioni di euro, alla lunga insostenibile senza interventi drastici, in particolare su servizi e produzioni esterne. A ciò si aggiunge la progressiva diminuzione del canone Rai, per la disaffezione degli italiani a questo mezzo di intrattenimento. Inoltre in prospettiva l’odiata tassa dovrà essere scorporato dalla bolletta elettrica e riscossa in maniera diversa rispetto all’attuale.

Davanti a questo quadro, a Giorgetti tra “la pluralità di ipotesi allo studio”, quella che più piace è di agganciare l’imposta a un’utenza telefonica, visto che ormai programmi e serie tv si possono guardare anche su smatphone, tablet e pc. Va precisato che al momento questi supporti non rientrano tra quelli per i quali va pagato il Canone.

Dal 2016 il canone, 90 euro, si paga spalmato a rate tra gennaio e ottobre nella bolletta dell’energia elettrica: Il titolare del Mef, per addolcire la pillola, spiega che il primo passo deve essere la definizione dei costi del servizio – con un riferimento a possibili risparmi da una diversa gestione delle esternalizzazioni, dall’alienazione di immobili del patrimonio Rai e di quote di Rai Way – e solo dopo si potrà affrontare la questione su come pagare.

Gli italiani sanno per esperienza che questa strada non porterà nessuna variazione al debito della Rai e questo lo sa pure Giorgetti, va da se quindi che le risorse generate attualmente dal canone, che ammontano ad 1,85 miliardi di euro, non si possono perdere ma anzi vanno aumentate ed infatti il ministro ha ribadito “che ritiene indispensabile mantenere il canone, salvo diversa impostazione politica sulle modalità di prelievo del contributo. Le ipotesi di riforma si differenziano anche rispetto agli obiettivi temporali di sviluppo”.

Una commissione insediata dal Mef sta studiando diversi scenari per la modifica della modalità di erogazione. Nel breve periodo, ipotizza Giorgetti, “si potrebbe scorporare dal canone la quota di investimenti sostenuti dalla Rai, di circa 300 milioni di euro, che potrebbe essere posta a carico della fiscalità generale dando luogo alla progressiva riduzione dell’importo a carico dei contribuenti”.

Ma l’ipotesi principale è di modificare nel lungo periodo la tassa, legandola al possesso di una utenza telefonica mobile. Con la diffusione delle app televisive, tra cui la piattaforma Raiplay, fruibile da smartphone, table e pc, – sottolinea il leghista – si apre la possibilità di legare il pagamento al possesso di una utenza telefonica mobile.

“Le nuove piattaforme multimediali consentono di accedere ai servizi del catalogo Rai da smartphone, pc e tablet. Qualora il presupposto di imposta fosse individuato nel possesso di una utenza telefonica mobile l’ampliamento della platea comporterebbe la revisione del costo procapite”, spiega Giorgetti. “Oggi il canone è pagato da 21 milioni di persone – aggiunge – mentre le utenze telefoniche sono circa 107 milioni. Questa ipotesi, però, richiederebbe la definizione di un tetto massimo per ogni famiglia al fine di non dover pagare più della cifra attuale”. Come dice una nota pubblicità di gelati “107 milioni, sono meglio di 21”.