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Sciacca. La maggioranza non c’é, Leonte infuriato, dal Consiglio: “Hai voluto la bicicletta? Ora pedala”


Dopo il “KO tecnico” della giunta Valenti di ieri sera, stamane l’assessore Leonte ha reso dichiarazioni di fuoco, ma tutto quello che è successo è colpa sua e del suo sindaco, ne dovrebbero prendere atto

“Responsabilità fino ad un certo punto”, e così ieri sera la giunta Valenti e la città di Sciacca ci hanno rimesso l’approvazione del ripiano di disavanzo e la variazione al Documento Unico di Programmazione.

La strategia del senso di responsabilità non funziona se “insulti” coloro a cui chiedi responsabilità, meno ancora se riduci il tutto ad una corsa contro il tempo perché è l’ultimo giorno utile per approvare delibere quasi indispensabili per la città. Ma questo il sindaco di Sciacca Francesca Valenti non lo vuole capire o non ci riesce.

Così ieri sera come da previsione la maggioranza consiliare scomposta e malmessa dopo l’azzeramento di giunta voluto dal sindaco Valenti si è presentato in ordine sparso, tanto che se si fosse votato non sarebbe stata neppure sicura l’approvazione dei provvedimenti, ma non ce n’è stato bisogno. Disavanzo e variazione al DUP non sono stati trattati poiché la commissione Bilancio non aveva esaminato il documento e quindi non avevano ancora dato il parere. E mentre ancora si tenta di capire se si sarebbe potuto votare anche senza il parere della Commissione formata da: Calogero Bono, Giuseppe Milioti, Ezio Di Prima e Paolo Mandracchia, un problema resta.

Parliamo infatti di Bono e Milioti, proprio quei due consiglieri di Progetto Sciacca a cui il sindaco Valenti ha scritto: “Finalmente hanno gettato la maschera. Evidente che volevano che Girgenti Acque continuasse a gestire il servizio idrico. Spieghino alla città per quali veri motivi”.

Stamane l’assessore Leonte quasi sotto dettattura – se non altro per quanto bene ha ribadito quanto già affermato dal Sindaco Valenti – ha rilasciato un paio di dichiarazioni parlando di “stupide ripicche che fanno male alla città” e che “la maggioranza ha perso solo Carmela Santangelo”.

Ed a pensarci bene è singolare che sia proprio Leonte a parlare: se Cinzia Deliberto è così fortemente “indipendente” lo si deve soprattutto alla sua opera politica in seno al fu “Uniti per Sciacca” – e risparmiamo le battutine sul nome – di cui Mandracchia era leader. Mandracchia, quello che dopo aver prestato il fianco ha chiesto scusa per il disturbo arrecato nel farsi pugnalare, e che probabilmente aspetta ancora al varco l’amministrazione.

Intanto dal Consiglio una voce sale chiara: “avete voluto le biciclette, ora pedalate”.

Ma a scanso di equivoci precisiamo che quanto espresso fino ad ora non sono posizioni politiche, perché una posizione politica – comunque meritevole di essere detta ed ascoltata – è un giudizio personale sull’operato di chi è chiamato a governare, ma – riducendo ad una battuta – quando compri 30 transenne nuove, qualcosa non funziona. Le transenne non sono beni deperibili, se le compri significa che quelle che hai già stanno per strada da mesi o anni, e per sfortuna le vedono e ce le segnalano tutti i giorni i saccensi.

E allora diventa evidente che non si lavora proprio benissimo, quando il vicesindaco Mondino dichiara a la Repubblica che tanto il Comune non è obbligato a fornire la mensa scolastica ai bambini, quando siamo al 1 dicembre e di Natale non se ne sente nemmeno parlare, quando i residenti di via Allende scrivono disperati perché il problema randagismo li costringere a uscire con paura di casa, quando sul fronte politico la maggioranza traballa malamente e Ambrogio fa mea culpa chiedendo aiuto alle opposizioni, quando un consigliere se ne va sbattendo la porta e altri due dicono candidamente di votare a proprio sentimento ed intendimento.

E non funziona rispondere che il popolo ha votato ed ha “punito” l’opposizione, non solo perché se adesso si tornasse al voto è difficile pensare che si ripeterebbe il risultato delle scorse elezioni, ma soprattutto perché davanti la giunta Valenti ci sono altri tre anni e mezzo di governo. Tre anni e mezzo probabilmente sicuri perché è evidente che il sindaco non si dimetterà mai e per nessun motivo, ma se l’idea è continuare in questo modo a governare per tre anni e mezzo, alla fine ci saranno crateri e macerie in giro per la città e difficilmente si potrà dire: “la colpa è dell’opposizione che non ci ha aiutato perché è irresponsabile”.

Insomma in questi anni si è tanto parlato, spesso a sproposito, dell’esperienza amministrativa di Vito Bono, ma al momento, l’orizzonte della Valenti pare addirittura peggiore di quello che fu di Ignazio Messina; la fine politica di Bono per la Valenti sarebbe già un traguardo ragguardevole.