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Sullo stop ai visti turistici per i cittadini russi l’Ue si spacca: “NO” secco di Germania Francia e Ungheria

“Ci sono posizioni divergenti: alcuni Stati vogliono un divieto totale, altri vogliono solo lavorare sul quadro dell’attuale divieto di facilitazione del visto”

Il Consiglio informale dei ministri degli Esteri dell’EU riunito a Praga si spacca sullo stop ai visti turistici per i cittadini russi. A richiedere con veemenza il provvedimento sono i Paesi Baltici e scandinavi, convinti della necessità di bloccare i visti turistici per i cittadini russi. La Lettonia si spinge a dire che è “moralmente inaccettabile permettere loro ancora di visitare l’Ue in un momento di sofferenza dell’Ucraina”, seguita da Finlandia e Lituania, che chiede una “radicale riduzione se non totale cancellazione” dei titoli di viaggio.

Di fatto a chiedere il provvedimento restrittivo nei confronti dei turisti russi sono quei Paesi poco attrattivi dal punto di vista turistico, con una storia forse meno interessante e scarso patrimonio artistico, culturale e monumentale. Pare evidente quindi che per questi Paesi il danno economico proveniente dal mancato afflusso di turisti russi sarebbe ben poca cosa.

Chi invece ha detto chiaramente di No, pensandola diversamente, sono quei Paesi, tra cui le due big Francia e Germania con la solita Ungheria, che al contrario, prima del conflitto in atto, venivano visitati dai russi (quelli con i tanti soldi da spendere) e che adesso non vogliono rinunciare neanche al turista russo “normale”.

Dunque al momento la UE è divisa: “Ci sono posizioni divergenti: alcuni Stati vogliono un divieto totale, altri vogliono solo lavorare sul quadro dell’attuale divieto di facilitazione del visto”. Dichiara l’Alto rappresentante dell’Unione per la Politica estera, Josep Borrell che aggiunge: “Non posso anticipare il risultato finale, ma sono sicuro che saremo in grado di cercare un approccio equilibrato a questo problema”. Pare infatti che lo stesso Borrell non veda di buon occhio uno stop ai visti turistici.

Francia e Germania in un documento fatto circolare tra i loro colleghi, hanno chiarito la propria posizione: “Sebbene limitiamo i contatti con i rappresentanti del regime e le autorità alle aree di vitale interesse dell’Ue, dobbiamo combattere strategicamente per i ‘cuori e le menti’ della popolazione russa, almeno per i segmenti non ancora completamente estranei all’Occidente”.

Il documento prosegue:“Dovremmo pensare a modi intelligenti per sfruttare l’importante leva dell’emissione di visti per i nostri Paesi. Dobbiamo quindi esaminare attentamente le domande di visto presentate da cittadini russi per potenziali rischi per la sicurezza, in particolare quando si tratta di richiedenti sono collegati al governo russo o ad agenzie ufficiali. Allo stesso tempo, pur comprendendo le preoccupazioni di alcuni Stati membri in questo contesto, non dovremmo sottovalutare il potere trasformativo dell’esperienza della vita nei sistemi democratici in prima persona, soprattutto per le generazioni future”.