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Susanna Camusso a Sciacca richiama la sinistra: ”Compagni” come modo di stare assieme e fare militanza


“Qual è il ruolo di un sindacato in una terra di mafia? Paradossalmente è molto simile a quello che aveva 70anni fa, quando Accursio Miraglia venne ucciso. Contrastare le ingiustizie, contrastare tutte le forme di illegalità. Rispetto al lavoro, non aver paura di dire quando la mafia agisce all’interno dell’economia di un territorio limitandone le possibilità”.

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Così il segretario generale nazionale della CGIL Susanna Camusso a Sciacca, in occasione della commemorazione pubblica del settantesimo anniversario dell’omicidio del sindacalista e dirigente comunista, Accursio Miraglia, da parte della mafia.

“La mafia non offre opportunità ma le toglie, è uno degli strumenti che impedisce al lavoro di svilupparsi degnamente. Il sindacato attraverso le sue competenze deve contrastare tutte le forme di criminalità organizzata e ripristinare il tema del lavoro su condizioni positive.

Pensiamo al tema degli appalti che sono una delle forme moderne attraverso la quale la criminalità organizzata entra nel ciclo dell’economia. Quando noi del sindacato diciamo che bisogno ripristinare le gare leali e che non siano al massimo ribasso, che bisogna impedire di agire in certi modi, stiamo contrastando la criminalità organizzata. Così come quando parliamo dei caporali nelle campagne. Sono tutte forme attraverso le quali la mafia si appropria dell’economia reale e soprattutto si appropria della vita dei lavoratori attraverso forme di moderno schiavismo”.

La Camusso sul palco del 04 gennaio in onore di Accursio Miraglia, ha anche fatto notare il forte senso di appartenenza alla sinistra più antica e vera, quella del PCI e delle lotte partigiane, di cui Miraglia da dirigente comunista faceva parte. Commosse le parole del segretario nazionale della CGIL che ha ricordato come le Camere del Lavoro come quella gestita da Accursio Miraglia fossero anche il centro più intellettualmente vivo delle città, dove si organizzava il lavoro, gli scioperi, le manifestazioni, le lotte, ma anche dove chi poteva, insegnava a leggere e scrivere, cosa in comune con le brigate partigiane antifasciste.

Per questo, abbiamo voluto intervistare Susanna Camusso, per sapere cosa pensasse del “nuovo vecchio” governo PD a guida Gentiloni e se venisse visto come un amico o meno della CGIL.

“Governi amici credo che non ne abbiamo da secoli. – ha immediatamente risposto la Camusso, con una simpatica battuta –  Abbiamo sempre giudicato i governi sulle base delle scelte che hanno fatto e delle cose che hanno determinato, discutendo delle loro politche. Ciò che abbiamo detto all’insediamente del governo Gentiloni è che non abbiamo visto il segnale di discontinuità che è necessaria, e questo lo rivendichiamo. Se le politiche dell’occupazione dei giovani e del lavoro continuano ad essere quelle che abbiamo avuto negli anni scorsi è assolutamente evidente che non usciremo dalla situazione difficile in cui versa l’Italia”.

Durante il discorso, il segretario CGIL ha anche più volte usato la parola “compagni”. Termine che in politica appare ormai quasi desueto, per questo le abbiamo chiesto se “compagni” si utilizzasse soltanto nella CGIL o pensa che si utlizzi anche in partiti vicini come il PD.

“Per me è abbastanza normale usare la parola ‘compagni’. – ha detto fieramente – Io penso che questo sia proprio un problema. Da noi è assolutamente normale e penso anche ad altre associazione come l’ANPI dove la parola ‘compagno’ è assolutamente normale. Non pretendo di dare lezioni a nessuno ma è anche un modo di stare insieme e di fare militanza”.