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Ucraina. L’esercito russo acquista sul web i terminali Starlink e Musk non li spegne

Un venditore del rivenditore online shopozz.ru con sede a Mosca ha integrato la vendita di aspirapolvere e supporti per telefoni da cruscotto con i terminali Internet Starlink che l’esercito russo ha comprato e li sta utilizzando in prima linea in Ucraina

Lo scrive il Wall Street Journal. In Russia l’uso di Starlink, il servizio Internet via satellite sviluppato da SpaceX di Elon Musk è vietato, ma gli ultimi mesi si sono moltiplicati gli intermediari per acquistare i terminali che poi vengono spedite alle forze russe. Ciò ha eroso il vantaggio sul campo di battaglia di cui un tempo godevano le forze ucraine, che hanno fanno affidamento su dispositivi all’avanguardia per colpire i russi.

Il venditore di Mosca, che in un’intervista  al Wsj si è identificato solo come Oleg, ha detto che la maggior parte dei suoi ordini provenivano dai “nuovi territori” – un riferimento alle parti dell’Ucraina occupate dai russi – o erano “per uso militare”. Ha detto che i volontari hanno consegnato l’attrezzatura ai soldati russi in Ucraina.

Sui campi di battaglia dall’Ucraina al Sudan, Starlink fornisce un accesso immediato e ampiamente sicuro a Internet. Oltre a risolvere l’annoso problema di comunicazioni efficaci tra le truppe e i loro comandanti, Starlink fornisce un modo per controllare i droni e altre tecnologie avanzate che sono diventate una parte fondamentale della guerra moderna.

Secondo il Wsj gli intermediari acquistano l’hardware su piattaforme online come shopozz.ru (una specie di Amazon russo), per poi rivenderli in Russia dove i militari lo usano per il controllo dei droni.  Sul sito si trovano in vendita aspirapolveri, cellulari ed anche terminali Starlink. con  i preziosi router del servizio satellitare sviluppato da Space X di Elon Musk. 

L’inchiesta del Wall Street Journal, che ha seguito tutta la catena di passaggi, svela che la maggior parte degli ordini provengono proprio da quelli che Mosca definisce “nuovi territori” ovvero le regioni dell’Ucraina annesse.

Il capo dell’intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov aveva lanciato l’allarme già lo scorso febbraio, puntando il dito contro Musk che si era affrettato a negare la possibilità sostenendo che i suoi satelliti non si collegano a dispositivi russo. Ma secondo il Wsj gli hardware Starlink acquistati da intermediari su piattaforme online o contrabbandati all’interno della Russia funzionano invece benissimo. E l’esercito russo ne sta beneficiando. Il sistema, facilmente aggirato registrando gli hardware in paesi dove Starlink è consentito e poi utilizzando la funzionalità del roaming.

Inoltre l’indagine del Wsj ha scoperto che la rete per aggirare i controlli è molto ampia: alimentata da accordi dietro le quinte che passano da Africa, Sud-Est asiatico ed Emirati Arabi Uniti. Gli Stati Uniti cercano una soluzione con SpaceX, ma finora non è stata trovata Intanto l’esempio russo è stato copiato anche da miliziani di altre parti del mondo che stanno aggirando le restrizioni.

In Sudan, ad esempio, dove quella tecnologia è illegale, anche le Rapid Support Forces, un potente gruppo paramilitare nato dalla famigerata milizia Janjaweed dei primi anni 2000 accusato dagli Stati Uniti di crimini di guerra, stanno usando Starlink per accedere al suo Internet ad alta velocità. I terminali hanno potenziato le capacità di comando dei ribelli e li hanno aiutati a reclutare nuovi uomini. Anche le autorità di quel Paese hanno contattato Starlink chiedendogli di disattivarne le funzioni nelle aree da loro indicate: ma dall’America non è mai arrivata risposta. E l’hardware è arrivato anche nello Yemen devastato dalla guerra. Ed è stato contrabbandato anche in Iran.

Starlink, nata come tecnologia civile ha 5.700 satelliti operativi in orbita attorno alla Terra, 2,7 milioni di clienti e un nuovo impianto di produzione in Texas. I ricavi sono attorno all’1,4 miliardi di dollari, in costante crescita. Come altri sistemi di comunicazione spaziale, Starlink si basa su satelliti in orbita, infrastrutture chiamate stazioni di terra e terminali per fornire agli utenti connessioni Internet ad alta velocità. Parlandone col suo biografo, Walter Isaacson, il patron Elon Musk ha espresso disagio riguardo all’uso della sua tecnologia “pacifica” nella guerra in Ucraina: “Come sono finito in questa guerra?”, ha detto.

In realtà fu lo stesso Musk ad attivare il servizio in Ucraina dopo l’inizio della guerra, poi tentò di tirarsi indietro, ma forse qualcuno glielo impedì. Quei terminali hanno aiutato molto gli ucraini, numericamente inferiori, a respingere i russi. Starlink avrebbe tutta la capacità di limitare l’accesso grazie al sistema di “geofencing” atto a rendere il servizio non disponibile in aree specifiche, insieme al potere di disattivare singoli dispositivi, ma evidentemente Musk non vuole più favorire una sola parte.