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Ungheria. Arrivano le prime “sanzioni” Ue: Commissione propone sospensione fondi per 7,5 miliardi

Un terzo della somme destinate all’Unghieria dall’UE saranno “sospese”: il piano è già stato votato all’unanimità dalla Commissione della von der Leyen e deve ora essere approvato dal Consiglio Europeo, che sicuramente non avrà problemi a farlo, visto il “mandato politico” del Parlamento UE

Arrivano le prime “sanzioni” UE a Budapest, la cui posizione nel contesto della guerra ucraina viene giudicato “troppo vicina” alla Russia. L’Ungheria di Viktor Orban infatti dopo essere stata accusata con rapporto di condanna dal Parlamento UE di “non essere una democrazia” ed “una minaccia sistemica ai valori UE” ha visto oggi la Commissione europea votare all’unanimità la proposta di sospendere il 65% dei fondi di tre programmi operativi per la Coesione destinati a Budapest. Si tratta di fondi per un totale di 7,5 miliardi di euro, quasi un terzo di tutti i fondi di Coesione destinati al Paese. Il Consiglio dell’Unione Europea avrà ora un mese di tempo per decidere se approvare o respingere la proposta.

La proposta della Commissione – basata sul nuovo meccanismo che subordina l’erogazione dei fondi europei al rispetto dello stato di diritto, approvato nel 2020 e mai applicato fino ad oggi – è arrivata, secondo le spiegazioni del commissario europeo al Bilancio, Johannes Hahn, a causa di irregolarità sistemiche – dal punto di vista dell’organo UE – nelle procedure di appalto, insufficienti inchieste contro il conflitto d’interessi e in generale la debolezza nell’intervento contro la corruzione.

Interessante che la proposta di blocco dei fondi di oggi arrivi dopo un intenso dialogo tra l’esecutivo europeo e le autorità ungheresi nei mesi scorsi – il processo è stato avviato formalmente lo scorso 27 aprile -, con l’Ungheria che ha già proposto una serie di misure correttive per tranquillizzare le preoccupazioni della Commissione.

Misure che in linea di massima non sono dispiaciute all’organo esecutivo dell’UE, purché vengano correttamente applicate nelle leggi e norme pertinenti, e poi attuate di conseguenza. Tuttavia, in attesa del completamento dell’attuazione di tali misure correttive, la Commissione ha ritenuto che in questa fase permanga ancora un rischio per il bilancio e quindi sia comunque necessaria la sospensione del 65% dei fondi di tre programmi operativi UE e il divieto di assumere impegni legali con i fondi di interesse pubblico per programmi attuati in gestione diretta e indiretta.