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USA vuole dimezzare entrate gas e petrolio russi, Cremlino: “Il mondo incentrato sugli Stati Uniti è arrivato alla fine”

Il portavoce Peskov vede l’emergere di molti soggetti fuori dalla sfera d’influenza USA che renderanno gli sforzi di Washington vani: “Gli Stati Uniti non sono l’unica economia mondiale, la Cina gli sta alle calcagna, ci sono varie economie emergenti con le loro richieste di risorse energetiche”

“Washington mira a dimezzare le entrate petrolifere e del gas della Russia entro la fine di questo decennio”. Lo ha detto oggi l’assistente segretario di Stato americano per le risorse energetiche Geoffrey Pyatt al Financial Times, sostenendo che le sanzioni occidentali su Mosca dovranno essere mantenute “per gli anni a venire”.

“Questo è qualcosa a cui dobbiamo attenerci per gli anni a venire, finché Putin persiste in questa guerra” ha continuato il funzionario USA, spiegando che l’obiettivo sarebbe quello di far mancare alla Russia ed al suo presidente Vladimir Putin i fondi per continuare la guerra in Ucraina. Un’obiettivo che però, previsioni rosee e fazione a parte, si sono già scontrate con la realtà: mentre oggi infatti l’Agenzia internazionale dell’energia ha previsto che le esportazioni di petrolio e gas russe “potrebbero” diminuire di almeno il 40-50% entro il 2030 con le sanzioni occidentali, le stesse sanzioni, declamate in tutti i modi dai vertici occidentali nell’ultimo anno e mezzo di guerra, non hanno però minimamente fermato il grande export di prodotti energetici russi dal febbraio 2022, ossia dall’inizio della guerra, ad oggi.

A stretto giro è così arrivata la risposta di Mosca sulla Tass, precisamente dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov che ha profetizzato la fine del mondo incentrato sugli Stati Uniti e l’inizio del periodo multipolare: “Il mondo incentrato sugli Stati Uniti sta per concludersi, e il periodo multipolare si sta avvicinando, anche nelle relazioni economiche internazionali”, ha detto ai giornalisti.

“Gli Stati Uniti sono la più grande economia, ma non l’unica, e l’economia globale non è limitata all’economia degli Stati Uniti”, ha osservato Peskov, secondo cui “c’è un’economia che sta alle calcagna degli Stati Uniti, ossia la Cina, ci sono economie emergenti con le loro richieste di risorse energetiche”, aggiungendo che “il mondo è molto più vario degli Stati Uniti” e che quindi le azioni di Washington sono destinate a fallire.