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Wagner più viva che mai in Bielorussia: “Tre grossi campi base, due a confine con la Polonia. Addestreremo esercito”

Dopo aver servito il Cremlino in mezzo mondo, dopo “l’ammutinamento”, Prigozhin va a fare il cane da guardia di Lukashenko, quindi sempre impegnato a protezione della “Grande Russia”, in funzione anti-polacca e anti-NATO

“Ci saranno tre grandi campi base della PMC “Wagner” nella Repubblica di Bielorussia”, lo ha annunciato sul suo canale telegram proprio la compagnia militare privata di Prigozhin, trasferitosi a Minsk dopo i fatti dell’ammutinamento anti-Shoigu che stanno rimischiando non poco le carte all’interno dell’esercito russo, con figure apicali esauturate de facto e una “silenziosa pulizia” che non starebbe riguardando solo gli “insorti”. 

Dalla Wagner dicono intanto che in Bielorussia le attività non saranno poi molto ridimensionate, con tre campi base: “Uno è vicino alla città di Osipovichi, altri due luoghi non sono stati determinati, ma queste saranno sicuramente le regioni occidentali del Paese, vista la retorica aggressiva della Polonia”. Dunque, apertamente dichiarata la funzione anti-NATO della Wagner che tutto farà tranne che essere sciolta, aggiungendo che “ㅤIl primo accampamento è pronto. È di dimensioni piuttosto grandi”.

Il “compito principale” della PMC Wagner, scrive l’ufficio stampa di Prigozhin “è il potenziamento dell’addestramento al combattimento delle forze di sicurezza bielorusse. Un grande raggruppamento dell’azienda è stato trasferito nella Repubblica di Bielorussia, continua l’arrivo di specialisti”.

Lukashenko dunque – non è chiaro se come parte di una ampia “maskirovka” o a causa delle sue “straordinarie” doti di mediatore – si potrebbe ritrovare di qui a breve con un esercito non più a traino delle forze armate di Mosca, ma composto invece da soldati altamente addestrati dalla Wagner del “tritacarne Bakhmut”.

Una prospettiva non da poco considerato che la Bielorussia già non è messa così male: stando ai dati del 2022 può già contare su ben 445 mila soldati in attivo, 290.000 soldati come personale di riserva e 110.000 unità paramilitari. Diventa quindi evidente che migliorando l’addestramento e potendo contare sulle armi atomiche di recente dispiegate da Mosca su suolo bielorusso, Minsk potrebbe diventare di qui a breve non solo un satellite di Mosca, ma una vera e propria potenza militare collegata in modo inscindibile alla Federazione, aggiungendo un importante elemento al progetto ormai neppure negato della “Grande Russia”.