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Xi lascia Mosca salutato dalla guardia d’onore portandosi progetti per “prospettive illimitate tra Russia e Cina”

Il presidente cinese Xi Jinping ha lasciato Mosca con la delegazione che lo ha accompagnato a bordo degli aerei decollati dall’aeroporto Vnukovo di Mosca. Il leader cinese è stato salutato da una guardia d’onore 

Termina oggi la visita del presidente cinese Xi Jinping a Mosca, che da questa tre giorni torna a Pechino con la consapevolezza di avere rafforzato ulteriormente la cooperazione con Vladimir Putin, il tutto messo nero su bianco con la firma dei nuovi accordi tra le due super potenze per espandere la partnership strategica fino al 2030.

Nell’ultima serata di ieri, dopo la cena di Stato nel Palazzo delle Faccette del Cremlino, con Vladimir Putin ci sono stati vari brindisi “alla prosperità e al benessere dei popoli di Russia e Cina”. Allo “sviluppo delle relazioni russo-cinesi” da “prospettive illimitate”. E alla “cooperazione in questa nuova era”.

L’impegno assunto nei documenti firmati dai due Paesi, è di espandere i collegamenti stradali e ferroviari. Il presidente russo ha garantito che Mosca è pronta a soddisfare la crescente domanda di energia della Cina e assicurato che sono stati concordati “praticamente tutti i parametri” di un secondo gasdotto che trasporterà gas (quello non più diretto all’Europa) dalla Siberia alla Cina. Entro il 2030, l’approvvigionamento di gas dovrebbe salire a quasi 100 miliardi di metri cubi all’anno; verranno forniti 100 milioni di tonnellate di Gpl, ma anche carbone e combustibile nucleare.

Inoltre Putin è convinto che esiste il potenziale per sviluppare una rotta marittima settentrionale con la Cina. Il volume degli scambi tra Cina e Russia ha raggiunto la cifra record lo scorso anno di quasi 190 miliardi di dollari; quest’anno, ha sottolineato Putin, il valore dovrebbe salire a oltre 200 miliardi di dollari. Xi, ignorando platealmente il mandato d’arresto internazionale che pende sul capo del suo ospite, lo ha invitato a Pechino, una visita che potrebbe essere fatta forse anche entro l’anno.

Ovviamente oltre che di “affari” si è parlato anche della guerra in Ucraina, con il presidente russo che ha delineato i confini entro i quali si può parlare di pace, approvando piano cinese, che ha spiegato, può fare da base a un futuro accordo sul conflitto. “Molti dei punti inclusi nel piano di pace cinese – ha detto Putin – sono in linea con le posizioni russe e possono servire come base per una soluzione pacifica”, aggiungendo che che potrebbe essere un piano utile “quando l’Occidente e Kiev saranno pronti. Anche se, per ora, non vediamo una tale volontà da parte loro”.

I toni “accomodanti” di Putin però sono cambiati, quando il discorso è varato su quanto reso noto dalla sottosegretario alla Difesa del Regno Unito, Annabell Goldie, sulla volontà di fornire munizioni per i carri armati all’uranio impoverito all’Ucraina. Il presidente russo ha avvertito che se ciò si verificasse, la Russia reagirà con armi adeguate, chiaro il riferimento all’uso delle atomiche.

Sulla questione è intervenuto anche il ministro della Difesa, Sergey Shoigu, avvertendo gli inglesi che un simile passo avvicina sempre più a un conflitto nucleare; e il capo della diplomazia, Sergey Lavrov, ha ricordato che un passo del genere violerebbe “il diritto internazionale umanitario, come è successo in Jugoslavia nel 1999”.