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A Palermo trattenute sullo stipendio per i dipendenti comunali che non pagano le tasse, quando a Sciacca?


Giro di vite al Comune di Palermo per i dipendenti non in regola col pagamento di Tari, Imu e multe per violazioni al Codice della strada, l’assessore Gentile tuona: “Basta con i furbetti, tutti i cittadini sono uguali”

Un milione e mezzo di euro, tanto spera di incassare l’amministrazione di Palermo guidata da Leoluca Orlando, che ha deciso il pugno duro verso i propri dipendenti non in regola con i pagamenti delle tasse locali e delle multe.

Per i dipendenti dell’ente non in regola infatti si opereranno trattenute di un quinto direttamente sullo stipendio fino al saldo di quanto dovuto. Ma la trattenuta non sarà automatica, se il dipendente vorrà potrà sospendere la misura rateizzando di sua spontanea volontà il pagamento di quanto gli è dovuto.

In totale sarebbero ben 2100 i dipendenti morosi di Palazzo delle Aquile. Ad aver pensato alla misura è stato l’assessore al Bilancio, Antonio Gentile, che ha inoltre spiegato come si stia verificando la fattibilità tecnica del provvedimento e soprattutto che saranno necessari aggiornamenti informatici per codificare in busta paga le trattenute. Per il momento insomma nessun provvedimento ha preso materialmente forma, ma la strada è stata sicuramente tracciata e la maglia aperta. 

Un’idea sicuramente interessante che potrebbe essere applicata anche negli altri comuni siciliani sempre a corto di risorse.

Un esempio tra questi potrebbe essere Sciacca, dove proprio a causa delle ristrettezze economiche l’amministrazione comunale ha dovuto aumentare la tari ben del 20% e dove, oltretutto, un controllo proprio sulle tasse comunali pagate viene già effettuato dalla ragioneria del Comune, ma solo nei confronti dei fornitori – sia grandi che piccoli – che esigono giustamente il pagamento delle fatture da parte dell’ente.

Ecco, in questo senso ci chiediamo se non sarebbe doveroso, dato il caso di Palermo, essere solerti con il pagamento delle imposte locali sia verso gli esterni al Comune – anche quando devono essere pagati per beni o servizi offerti – sia verso gli “interni”, tra dipendenti e dirigenti.