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Antonino Bellavia di Ribera muore in un rogo a Piacenza: aveva rifiutato una casa per tenere i suoi cani

Il grande amore per i suoi quattro cani animali lo aveva portato a rifiutare una casa: Antonino Bellavia Riberese di 52 anni è morto nel rogo della sua baracca a Piacenza

E’ accaduto intorno alle 21.30, di martedì 4 marzo in una baracca di via Tramello, a Piacenza. La vittima è Antonino Bellavia, 52enne di Ribera, ma da tempo trasferitosi nella città lombarda, dove viveva da clochard. L’uomo abitava in una baracca insieme ai suoi inseparabili quattro cani che definiva i suoi figli, ma martedì sera forse per un corto circuito, un mozzicone di sigarette o altro, il capanno è andato a fuoco non lasciandogli scampo.

Ad accorgersi della tragedia è stata una pattuglia del radiomobile di Piacenza, di passaggio lungo la strada, che ha subito richiesto l’intervento dei vigili del fuoco, che giunti sul posto hanno domato l’incendio. Ma quando son entrati nel capanno hanno scoperto il corpo di Bellavia, ormai senza vita. All’interno anche i cani, di cui uno morto. Gli animali sopravvissuti sono stati soccorsi e affidati ai volontari di Aisa, intervenuti con un’ambulanza veterinaria. Le cause del rogo sono al vaglio degli specialisti dei pompieri, ma da una prima ipotesi le fiamme sarebbero partite da un corto circuito o da una sigaretta rimasta accesa.

Il riberese per anni aveva abitato in una roulotte nel parcheggio alle spalle della questura, poi il Comune gli aveva offerto un posto in una struttura di accoglienza, che però aveva rifiutato perché non avrebbe potuto portare con sé i amati quattro cani. Dopo il rifiuto il Comune gli diede in uso provvisorio il prefabbricato, realizzato per l’accoglienza dei profughi e poi lasciato vuoto, dove purtroppo è morto.

Antonino Bellavia era molto conosciuto a Piacenza, lo si poteva trovare ogni mattina tra via Nova e il Corso insieme ai due 4 cani. Una strada che ora si riempie di bigliettini in memoria di un clochard amato. La sua morte, infatti, ha provocato sgomento tra le persone che lo conoscevano e ne apprezzavano le doti umane.