Sfruttando la richiesta di molti medici di uno scudo penale durante l’emergenza Coronavirus per evitare azioni legali e denunce, Andrea Marcucci del PD ha presentato un emendamento per tutelare anche le figure amministrative, Borghi (Lega): “Con 11mila morti ecco che per loro pensano allo scudo penale“
Il dirigente o burocrate amministrativo-sanitario di turno – con tanto di direzione politica alle spalle – non ha fatto il massimo per evitare contagi e morti da Coronavirus? Potrebbero esserci responsabilità colpose? Non fa niente, passa tutto in cavalleria.
E’ il succo dell’emendamento del senatore del PD Andrea Marcucci, che nel Cura Italia ha presentato un emendamento che è uno scudo penale, non solo a difesa dei medici, ma anche dei responsabili gestionali della crisi Covid-19. In pratica, si sta tentando di eliminare il reato di epidemia colposa mantenendo solo quello di epidemia dolosa, ben più difficile da accertare in sede di giudizio.
Tutto questo avviene mentre l’Italia soffre maledettamente per il Coronavirus, con il contagio che resta ancora al picco con 80.572 malati e ben 13.155 morti (dati aggiornati a ieri, 2 aprile 2020).
Il decreto “Cura Italia”, da mercoledì scorso è all’esame della Commissione Bilancio del Senato, che vaglierà gli emendamenti prima della discussione in Aula, prevista per la settimana prossima. E la politica si sta affannando a depositare emendamenti in modo da fornire uno scudo legale a medici e operatori del settore che sono stati costretti a lavorare in emergenza in questo funesto periodo di pandemia da Covid19.
Forza Italia, manco a dirlo, aveva addirittura richiesto l’esonero totale dalle responsabilità, cosa che avrebbe cancellato la responsabilità penale, civile, amministrativa ed erariale di tutti coloro che hanno avuto responsabilità nell’emergenza. Ma Liberi e Uguali e Movimento 5 Stelle non hanno avuto lo “stomaco” di proseguire su tale linea, e si capisce facilmente il perché.
Qui arriva l’emendamento che vede Andrea Marcucci del Partito Democratico primo firmatario. L’emendamento, che ha ricevuto l’Ok del Governo, copre non solo le “condotte professionali”, ma anche “le condotte gestionali o amministrative” purché non “sia stato accertato il dolo del funzionario o dell’agente che le ha poste in essere o che vi ha dato esecuzione”.
L’emendamento, approvato, stabilisce la non punibilità in sede penale di “condotte sanitarie non caratterizzate da colpa grave consistente nella macroscopica e ingiustificata violazione dei principi basilari che regolano la professione sanitaria o dei protocolli o programmi emergenziali predisposti per fronteggiare la situazione in essere”.
A commentare il fatto ci ha pensato il deputato leghista Claudio Borghi con un lapidario:“Prima mandano sotto processo Salvini per la Gregoretti… poi ci pensano bene e con 11.000 morti ecco che per loro pensano allo scudo penale”.
Molto più duro l’avvocato bergamasco Roberto Trussardi, che segue il caso di Alzano Lombardo ed a TPI ha dichiarato: “Lo trovo inaccettabile, approvare un emendamento del genere significa dare un colpo di spugna ai tre quarti degli eventi che si sono verificati in questo periodo, tranne i casi gravissimi. Se le condotte gestionali o amministrative, anche se eclatanti, non potranno essere perseguite se non c’è dolo, significa che non si potranno perseguire mai”.
Una protezione enorme quella fornita ai burocrati e ai dirigenti amministrativi dunque, cosa però che lascia dubitare che il vero scopo della norma sia quello di tutelare la direzione politica e gestionale dell’emergenza Covid19.
A fornire infine la chiave di lettura del provvedimento è il Senatore ex 5Stelle Gregorio De Falco, adesso gruppo misto, che sempre ha TPI ha detto: “La responsabilità dei medici è già coperta da una recente legge quindi non capisco quale sia la necessità di un emendamento di questo tipo. Tutti gli operatori sanitari stanno dando un contributo enorme, se però vengono mandati al fronte con quelle mascherine swifter che non servono a niente, bisogna stabilire chi ha certificato che quei dispositivi fossero ritenuti idonei. Qualcuno ne dovrà rispondere. Perché poi le persone muoiono”.
Giornalista Direttore responsabile di Fatti&Avvenimenti. Nato a Partinico (PA), ma saccense. Ha sempre vissuto a Sciacca, dove fin da giovanissimo si è appassionato alla politica locale. Scrive da quando aveva 17 anni, scrive di tutto perché “così è giusto che sia”. Ha scritto principalmente per il giornale ControVoce di Sciacca e per il Fatti&Avvenimenti, ma suoi articoli sono apparsi anche sui quotidiani La Valle dei Templi.net, LinkSicilia (MeridioNews), La Voce di New York e tanti altri giornali agrigentini, regionali, nazionali ed internazionali. Da Gennaio 2017 è corrispondente italiano per la rivista francese Lumieres Internationales Magazine. Scrittore a tempo perso. E’ anche uno studente di Giurisprudenza. Coltiva da anni la passione della musica e del canto ed ha una sua band. Non chiedetegli cosa voglia fare da grande, perché non lo sa.