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Corte Costituzionale. Pensione invalidi 286 euro non bastano per vivere e impone al governo di adeguarla a 516 euro


la Corte Costituzionale, con una sentenza, ha stabilito la che pensione di invalidità di 285,66 euro al mese non basta per vivere, imponendo al legislatore di adeguarla a 516,46 euro, come da tempo riconosciuto per vari trattamenti pensionistici

La Corte Costituzionale è stata chiamata ad esaminare una questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte d’Appello di Torino e in camera di consiglio ha stabilito che la somma di 285,66 euro al mese, che la legge prevede per le persone totalmente inabili al lavoro a causa di gravi disabilità, “non sono sufficienti a soddisfare i bisogni primari della vita” e quindi viene “violato il diritto al mantenimento, che la Costituzione all’articolo 38 garantisce agli inabili”.

Adesso si attende il deposito della sentenza dei giudici costituzionali, previsto nelle prossime settimane, con le relative motivazioni.

La sentenza nasce “dal caso di una persona affetta da tetraplegia spastica neonatale, incapace di svolgere i più elementari atti quotidiani della vita e di comunicare con l’esterno”. La Corte Costituzionale ha ritenuto che un assegno mensile di soli 285,66 euro sia “manifestamente inadeguato a garantire a persone totalmente inabili al lavoro i mezzi necessari per vivere e perciò violi il diritto riconosciuto dall’articolo 38 della Costituzione, secondo cui ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto di mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale”.

Da parte della Corte Costituzionale, viene affermato che il cosiddetto “incremento al milione” con riferimento alle lire, pari a 516,46 euro, da tempo riconosciuto per vari trattamenti pensionistici dalla legge numero 448 del 2011, “debba essere assicurato agli invalidi civili totali” di cui parla la legge 118 del 1971, “senza attendere il raggiungimento del 60° anno di età, attualmente previsto dalla legge”. Ne consegue che “questo incremento dovrà d’ora in poi essere erogato a tutti gli invalidi civili totali che abbiano compiuto i 18 anni e che non godano in particolare di redditi su base annua pari o superiori a 6.713,98 euro”.

Infine la Consulta ha stabilito che questa pronuncia “non avrà effetto retroattivo e dovrà applicarsi soltanto per il futuro”, a partire dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta Ufficiale.

Resta ferma “la possibilità per il legislatore di rimodulare la disciplina delle misure assistenziali vigenti, purché idonee a garantire agli invalidi civili totali l’effettività dei diritti loro riconosciuti dalla Costituzione”.

Legge & Diritto è una rubrica quindicinale a cura della dott.ssa Francesca Santangelo.