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Ecco il primo tank inglese Challenger 2 distrutto in Ucraina: “Nei pressi di Rabotino” – VIDEO

Distrutto su uno dei fronti più caldi della controffensiva ucraina che non si sposta se non di pochi metri: a Rabotino distrutto il primo carro armato inglese Challenger 2, vicino altri mezzi ucraini tra cui un tank T64BV

Da un video di fonte ucraina arrivano oggi le immagini del primo caso documentato di un tank inglese Challenger 2 distrutto dalle forze armate russe in Ucraina. Il carro armato inglese – considerato come uno dei migliori al mondo – assegnato all’82a Brigata Specializzata di riserva delle Forze Armate dell’Ucraina, è stato annientato sul fronte di Rabotyno, fronte caldissimo della controffensiva ucraina. Il blindato è stato presumibilmente distrutto da un colpo di artiglieria russo.

La distruzione del carro inglese non stupisce, ma dice parecchie cose sullo stato della guerra: per prima cosa fa comprendere che gli ucraini stanno usando tutto quello che hanno. Il problema principale dei Challenger 2 inglesi infatti era ed è il numero esiguo che Londra ha dato a Kiev – appena 28 unità –, inoltre gli inglesi hanno apertamente detto di essere terrorizzati all’idea che uno di questi preziosi tank – dal costo unitario di ben 5 milioni di euro – venga catturato dai russi per essere studiato, ragione per la quale questi veicoli tecnologicamente avanzati e fiore all’occhiello dell’industria bellica britannica fino ad oggi sono stati utilizzati in misura limitata e, sembra, inseriti in gruppi corazzati misti, dove ogni carro britannico veniva “coperto” da carri armati sovietici T-64BV. Quest’ultimo fatto pare supportato dal video stesso, dove a pochi metri dal Challenger 2 distrutto vi è anche la carcassa anch’essa distrutta di un carro sovietico ucraino.

La seconda cosa che salta all’occhio dalla distruzione di questo Challenger 2 è la sua efficacia: per quanto avanzato, potente e pesante, questo Challenger 2 – trattato con i guanti di velluto da Kiev, dato l’uso centellinato – dimostra solo che anche questi carri armati bruciano come i Leopard 2 e i carri sovietici. Una notizia un po’ ovvia, certo, ma un colpo non da poco per la propaganda occidentale che nei prossimi mesi vedrà in campo anche i carri americani Abrams M1, che sul campo di battaglia rischiano di affrontare la stessa sorte a favore delle telecamere dei cellulari dei soldati sui campi di battaglia e dei droni che li sorvolano h24. Una situazione, questa, in ultima analisi, che a fronte degli esigui risultati della controffensiva potrebbe cominciare a far venire non pochi dubbi ai paesi occidentali che stanno supportando militarmente ed economicamente Kiev contro Mosca con la retorica della difesa armata “a tutti i costi” e comunque “da preferire” alla via diplomatica.

Infine, le modalità della distruzione del carro fanno ancora riflettere: il Challenger 2 e l’altro carro distrutto a poca distanza sembrano essere stati distrutti dall’artiglieria russa, non in battaglia contro altri carri russi. Questo particolare fa capire come qualcosa nelle scelte del comando ucraino non ha funzionato: nessun carro può resistere all’artiglieria e il fatto che i corazzati siano stati distrutti nei pressi di Rabotino suggerisce che il comando ucraino volesse usarli per tentate di avanzare e sfondare le difese russe, strategia che non solo si è rivelata inefficace, ma che non avrebbe potuto rivelarsi altrimenti. 

Due bombardieri Su-25 russi tornano da una missione al fronte di Rabotino, settembre 2023

Negli ultimi giorni infatti non si è fatto altro che parlare di Rabotino e dell’avanzata ucraina, ma le cose stanno diversamente: malgrado il profuso sforzo di Kiev e le ingenti perdite in equipaggiamento e vite umane, le forze ucraine non hanno ancora superato il villaggio diventato un simbolo, ma che nella realtà prima della guerra non era che un piccolissimo centro di appena 500 anime. Non solo, come ha riportato anche il New York Times, la prima linea di difesa russa – con cavalli di Frisia, denti di drago, trincee e campi minati sempre sotto il fuoco dell’artiglieria – dista ben 8 km dal villaggio e non risulta essere stata ancora intaccata. Di più, anche superando questa prima linea di difesa, le forze di Kiev dovrebbero superarne ancora altre 3 già erette e pronte a distanza di circa 10 km l’una dalle altre. Uno scenario tutt’altro che roseo per le forze ucraine.