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Elezioni. PD sconfitto sonoramente, Letta contro decisione popolare: “Oggi giorno triste per Italia e Europa”

Rabbia fuori dai denti del segretario Dem che sa già di poter “stare sereno”: “Nei prossimi giorni riuniremo gli organi di partito per accelerare il percorso che porterà a un congresso” ma “al congresso non sarò candidato”

Forse per Enrico Letta la campagna elettorale non è ancora finita. Forse è finita, ma la rabbia per essere già fuori dalla segreteria del PD non può essere contenuta. Forse il PD italiano ha posizioni fin troppo estremiste e che inevitabilmente alimentano il clima d’odio politico nel Paese, non consentendo neppure il riconoscimento di una pacifica vittoria popolare degli avversari politici del centro destra.

E’ l’apocalisse, la catastrofe: il PD non ha vinto; che poi non è una novità questa, il problema è che il governo se lo sogna, ecco il motivo dei piagnistei. Come ironizzò il drammaturgo tedesco Bertold Brecht: “Il Comitato centrale ha deciso: poiché il popolo non è d’accordo, bisogna nominare un nuovo popolo”.

Le parole di Brecht riassumono in toto tutta la prima parte della confereza stampa di Enrico Letta – ancora per poco – segretario del PD che con rabbioso sgomento non nasconde l’assoluta mancanza di rispetto per la volontà espressa ieri dal Popolo Italiano.

Il segretario del Pd al Nazareno alla presenza delle capigruppo Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, il coordinatore della segreteria Marco Meloni e il tesoriere Walter Verini, dice: “Gli italiani e le italiane hanno scelto, una scelta chiara e netta, la destra, il governo avrà un governo di destra”. E subito aggiunge perentorio: “Oggi è un giorno triste per l’Italia e l’Europa” e continua ancora: “ci aspettano giorni duri, noi ci siamo battuti in tutti i modi per evitare questo esito”, con tono serio, espressione rassegnata e funerea: semplicemente surreale.

Una dichiarazione a metà tra una puerile arroganza sconfinata ed il fondamentalismo religioso. Il fatto che abbia vinto la destra e non il PD fa di questo 26 settembre 2022 un giorno triste, ma mica solo per l’Italia, anche per l’Europa. Che a pensar male, parrebbe quasi che il PD si faccia portatore di propositi e politiche estere, più che propre.

Poi – l’ancora per poco – segretario promette eroicamente: “Faremo una opposizione dura e intransigente”, anche perché di quelli al governo, gli unici con cui potrebbe esserci appena un fugace scambio di parole sono i forzisti e sono la parte meno consistente della maggioranza; con il resto è muro contro muro.

Poi l’amaro rospo viene sputato dal furente Letta: “Nei prossimi giorni riuniremo gli organi di partito per accelerare il percorso che porterà a un congresso”. Un congresso dove però Letta non sarà candidato, annuncia l’ancora per poco segretario.

Sarà “un congresso di profonda riflessione, sul concetto di un nuovo Pd che sia all’altezza di questa sfida epocale, di fronte a una destra che più destra non c’è mai stata. E qui viene da chiedersi: e quindi? E’ un peccato religioso? E’ anticostituzionale? Il voto degli italiani non è democratico? Quindi ha ragione Brecht, serve un nuovo popolo?